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Politica
Governo, Lega punta al rimpasto dopo le Europee. Addio a Berlusconi. Inside
LaPresse

L'ultima uscita di Silvio Berlusconi contro la Lega ("Salvini stando con il M5S non rispetta i nostri elettori") è stata la goccia che ha fatto traboccare il vaso. Tanto che, sottolineano fonti del Carroccio, qualora dovesse cadere il governo con i grillini - ipotesi definita comunque "non attuale" - la Lega andrebbe alle elezioni politiche anticipate senza un'alleanza con Forza Italia. "Se siamo al governo con Di Maio è perché Berlusconi ci ha supplicato di far partire la legislatura temendo un tracollo in caso di ritorno immediato al voto", spiega una fonte parlamentare leghista ai massimi livelli.

"Stiamo cercando di applicare il programma del Centrodestra, anche se non essendo da soli dobbiamo scendere a compromessi. Ma ormai Forza Italia è uguale al Pd", tagliano corto dal Carroccio. Per le prossime elezioni regionali, dal Piemonte all'Abruzzo passando per la Sardegna, lo schema della vecchia alleanza di Centrodestra viene confermata, ma a livello romano gli equilibri sono completamente cambiati. L'ex Cav insiste su un esecutivo con i presunti neo-responsabili che arriverebbero dai 5 Stelle (condizionale d'obbligo), mentre Salvini e Giorgetti puntano a governare cinque anni con Giuseppe Conte a Palazzo Chigi e vedono solo le elezioni in caso di crisi. Due strategie diametralmente opposte. "L'ipotesi, se si votasse, è quella di un blocco sovranista con la Meloni. Forza Italia la lasciamo a Renzi...", ironizzano in casa Lega.

Sullo sfondo l'obiettivo delle elezioni europee di fine maggio 2019. Nonostante i sondaggi certifichino da mesi il sorpasso del Carroccio sul M5S, a contare sono i voti veri e non quelli virtuali. E se davvero le urne dovessero dare la Lega almeno 5-6 punti davanti al Movimento 5 Stelle (ipotesi attuale 32 a 26) a quel punto "la situazione sarebbe decisamente diversa e si aprirebbe la strada a un rimpasto di governo", aggiungono le fonti parlamentari leghiste. Salvini chiederebbe un paio di ministeri in più e, voci in Transatlantico, danno l'uscita di Danilo Toninelli e l'arrivo di Edoardo Rixi ai Trasporti-Infrastrutture e la sostituzione di Elisabetta Trenta alla Difesa con Raffaele Volpi. Indiscrezioni e rumor che ovviamente non trovano conferme ufficiali ma che sottolineano come quello del voto per l'Europarlamente sarà una prova di forza decisiva tra i due partner di governo.

E infine c'è il capitolo Giorgetti. Il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio, spiegano sempre in casa Lega, "viene visto da una parte dei 5 Stelle con sospetto, è un po' il capro espiatorio. Quando c'è un problema è sempre colpa di Giorgetti. Forse perché il suo pragmatismo e il suo parlare schietto danno fastidio" a qualcuno. Ad esempio, l'altro giorno sul reddito di cittadinanza il numero due del Carroccio "parlava dei furbi che lavorano in nero e non del Sud Italia, quando ha detto che piace a chi non ci piace". Ma niente da fare, polemiche infinite e ricerca a tutti i costi dello scandalo. "Giancarlo ha le spalle grosse e ogni volta ci fa una risata", assicura chi lo conosce bene. Anche perché il rapporto tra Giorgetti e il premier Conte viene definito "ottimo" e il sottosegretario è anche l'ufficiale di collegamento con ambienti di Bruxelles e con il Quirinale, oltre che con il ministro dell'Economia Giovanni Tria (non sempre ben visto dai due vicepremier). Certo, ammettono nel Carroccio, se avesse uno stile comunicativo "più smart" forse ci sarebbero meno incomprensioni. Ma Giorgetti è fatto così. E nessuno può cambiarlo.
 

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