Politica
Governo, Lorenzo Fontana verso le Politiche Ue

Padre della svolta sovranista della Lega
Prima il ministro per le Politiche europee poi la scelta del commissario italiano a Bruxelles. Sono le due partite cui lavora Matteo Salvini. Il segretario leghista ha anticipato che gia', nel vertice di stasera sull'autonomia, vorra' porre la questione della casella lasciata libera da Paolo Savona, passato alla presidenza della Consob (ora l'interim l'ha Giuseppe Conte). "Penso che sia urgente nominare un ministro per le Politiche europee da parte del governo italiano. L'ho detto al premier Conte stamattina", ha scandito il vice premier leghista. "Avere un uomo di governo italiano sette giorni su sette a Bruxelles a difendere l'interesse nazionale penso che ormai sia urgente", ha aggiunto dopo che l'esito, non proprio soddisfacente per la Lega, del primo round della partita delle nomine Ue. Sul possibile nome del nuovo ministro delle Politiche europee, "io un'idea ce l'ho - ha detto -, ma prima la condivido con gli alleati e il presidente del Consiglio". Secondo fonti governative di entrambi i partiti, M5s e Lega, il nome piu' accreditato al momento per l'incarico e' quello di Lorenzo Fontana. Il ministro veronese della Famiglia - che ha Bruxelles ha moglie e figlia - e' stato 'compagno di banco' di Salvini per diversi anni a Strasburgo. Vice segretario federale della Lega e' stato tra gli ideatori e ispiratori della svolta 'sovranista' e, fin dal 2013, tra i principali tessitori della rete di rapporti con i partiti euroscettici europei, a partire da quello con Marine Le Pen. Gli altri nomi sui quali si sono concentrate le indiscrezioni di stampa nelle settimane scorse sono quelle del sottosegretario agli Esteri, Guglielmo Picchi, o del presidente della commissione Finanze del Senato, Alberto Bagnai. Per quanto riguarda l'indicazione del commissario italiano a Bruxelles, l'unica partita cui starebbe lavorando Salvini - stando a quanto riferito da qualificate fonti leghiste - sarebbe quella della Concorrenza con il nome di Giancarlo Giorgetti. Anche se il sottosegretario alla presidenza del Consiglio ha smentito piu' volte questa ipotesi e non mostrerebbe certo molto entusiasmo per l'incarico. Ma Giorgetti e' uomo di partito e - se l'Italia otterra' davvero la Concorrenza e Salvini confermasse il suo nome - non potrebbe certo tirarsi indietro.
La partita e' rinviata all'autunno. In attesa di una decisione, che dipendera' molto dagli equilibri e dal riempimento dalle altre caselle della nuova commissione di Ursula von der Leyen, ogni altra ipotesi rimane aperta. Nel primo pomeriggio, in Transatlantico, il ministro dell'Agricoltura Gian Marco Centinaio ripeteva, in un capannello: "Se serve io vado". "Mi ha chiamato Phil per chiedermi se vado al suo posto", raccontava, con riferimento a Phil Hogan, attuale commissario all'Agricoltura. "Lui ci spera, perche' vuole andare alla Concorrenza". Nei corridoi di Montecitorio, Centinaio poi esprimeva in 'chiaro' tutto il profondo malessere che i ministri Lega covano nei confronti dei colleghi di governo M5s. "Dopo gli attacchi che ci hanno fatto in campagna elettorale, per alcuni di noi e' diventata ormai una cosa personale. Fontana una volta si e' alzato in Consiglio dei ministri e ha quasi messo le mani addosso a Di Maio", ha riferito. "Il governo andra' avanti credo - ha ripetuto -: Salvini dice in privato le cose che dice in pubblico. Ovvero che vuole andare avanti. Dopodiche' loro devono cambiare passo: risponderci sui dossier e i temi, e comportarsi da colleghi".
In caso di 'trasloco' di Giorgetti a Bruxelles, resterebbe vacante l'incarico - per nulla irrilevante - di sottosegretario alla presidenza del Consiglio. L'ipotesi darebbe il via a un rimpasto di governo con cambio di caselle significative. L'altra che potrebbe liberarsi e' quella di Massimo Garavaglia, influente leghista al Tesoro, dove e' vice di Giovanni Tria, insieme alla pentastellata Laura Castelli. L'ex assessore lombardo al Bilancio attende il 17 luglio la sentenza nel processo in cui e' accusato di turbativa d'asta; e, in caso di condanna, i 5 stelle ne chiederebbero le dimissioni, come hanno fatto per gli ex sottosegretari leghisti alle Infrastrutture, Edoardo Rixi e Armando Siri (altre caselle ancora da riempire). Difficile rimpiazzare due 'carichi da 90' come Giorgetti e Garavaglia. In sostituzione del primo si era fatto, nelle settimane scorse, il nome di Giulia Bongiorno. Ma non sembra questa la soluzione cui sta pensando Salvini. A Palazzo Chigi, nel caso Giorgetti dovesse andarsene, dovra' sedersi un leghista, viene ripetuto da tutti. Un leghista che gode della massima fiducia di Salvini. E tra i nomi che circolano c'e' quello del sottosegretario all'Interno, Nicola Molteni. Avvocato canturino, insieme al collega ai Rapporti con il Parlamento, Guido Guidesi, e' il piu' 'giorgettiano' dei dirigenti leghisti. Come sottosegretario all'Interno, poi, Molteni ha gestito la preparazione e l'approdo in aula dei due decreti sicurezza e ha sostituito Salvini in quasi tutte le riunioni con i colleghi europei, guadagnandosi la stima sul campo del titolare del Viminale.