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Politica
Governo M5s, cresce la fronda grillina per far "bruciare" Luigi Di Maio

Mentre procede a tentoni verso la formazione di un nuovo governo, Luigi Di Maio ha altre gatte da pelare. Che nel m5s non sia amatissimo lo dimostrano i voti da lui raccattati alle parlamentarie online: poco più di quattrocento voti, quasi quanto un aspirante amministratore alle elezioni di condominio.

La diarchia Di Maio-Davide Casaleggio, inoltre, scontenta da sempre l'ala dura e pura del Movimento 5 Stelle, capeggiata dall'ortodosso Roberto Fico, che con "Giggino" non è mai andato d'accordo su nulla. Ecco quindi che crescono i sospetti sull'esistenza di una potente fronda interna determinata a far "bruciare" il giovane di Pomigliano D'Arco per porre fine alla deriva dimaiocristiana del Movimento; una fronda che attende un importante passo falso di Di Maio per poter raccogliere i frutti di mesi e mesi, se non anni, di lavoro certosino occulto. 

Ricordando sempre che Alessandro Di Battista attende in panchina come riserva pronta a entrare in campo in caso di malaparata, le divisioni interne al m5s si sono acuite dopo l'evidente avvicinamento fra Luigi Di Maio e la Lega di Matteo Salvini. Avvicinamento che ha spinto il senatore Nicola Morra, non esattamente il miglior amico dell'ex presidente della Camera grillino, a scrivere un tweet di fuoco: "Lo ricordiamo che la Lega, con Belsito e Bossi, ha avuto un problemino di 52 milioni di euro?".

Lo stesso Roberto Fico, già nominato, si era espresso in passato contro una possibile alleanza con la Lega di Salvini, nonché il deputato Giuseppe Brescia, e come ricorda Il Corriere della Sera, anche i tanti attivisti pentastellati del Nord che hanno a che fare giornalmente con i leghisti, con i quali sono ai ferri corti.

Come potrà "Giggino" far accettare a una cospicua parte del m5s, ostile alla Lega, possibili convergenze e accordi per la spartizione del potere e delle poltrone? Si sa che i grillini sono caratterizzati da una fede religiosa, ma c'è un limite a tutto. Insomma, la fronda anti Di Maio attende soltanto che il "bambino d'oro" commetta un errore. Un errore che, al secondo mandato, si rivelerebbe fatale. Non è possibile dare per certa l'eternità della regola dei due mandati - e sono tanti pronti a giurare che verrà presto accantonata - ma senz'altro, stando alle gole profonde del Movimento, sono molti gli avvoltoi grillini a girare in cerchio sulle possibili disgrazie di Di Maio. Lancette di un fosco orologio che si avvicina inesorabilmente al momento della disfatta del "ragazzo che volle farsi premier". O almeno candidato tale. 

 

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