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Politica
Governo, M5S: non sostituiamo la Lega con il Pd. Contratto da onorare

“Posizionamenti e strategie da vecchia politica non ci interessano. Il Pd voti pure i provvedimenti che ritiene, il Parlamento è sovrano, ma è ovvio che per noi c’è un contratto di governo da onorare con la Lega". Lo dichiara ad Affaritaliani.it il sottosegretario M5S alla Pubblica amministrazione Mattia Fantinati. "Mi spiace che si offendano quando Di Maio dice che ‘il Pd si deve redimere’. Onestamente, prima di lanciare provocazioni, dovrebbero riflettere sulla povertà che hanno aumentato, sul loro liberismo, sulla precarizzazione del lavoro che hanno favorito: e dovrebbero chiedere scusa non a noi, ma agli italiani e a quei lavoratori che hanno creduto in loro”.

Chiarissimo il messaggio che arriva dal Movimento 5 Stelle nel giorno in cui il capogruppo dem alla Camera, Graziano Delrio, ha aperto ai pentastellati su salari e conflitto interessi: nessun cambio di maggioranza. Nonostante le liti quotidiane e gli affondi contro il Carroccio (solo oggi sono almeno tre i fronti: castrazione chimica per gli stupratori, Comunali in Sicilia e abolizione delle province - leggi qui) i 5 Stelle non hanno alcuna intenzione di sostituire il Pd con la Lega. Luigi Di Maio da Varsavia ha usato parole durissime nei confronti del Partito Democratico: "Il Pd apre? Ieri abbiamo lanciato cinque leggi da approvare il prima possibile, queste proposte non le abbiamo rivolte a una forza politica di opposizione ma queste cose, che sono nel contratto di governo, le chiediamo alla Lega. Il Pd è un condominio, non esiste un solo Pd ma sono tanti, quando sento dire discutiamo di salario minimo mi viene da ridere e non mi va di mettermi a discutere con un partito con mille anime e che già stamani litigava su questo".

LA RISPOSTA DI DELRIO A DI MAIO - "Se c'è qualcuno che deve chiedere scusa dei propri errori e dei danni causati al Paese questo è Di Maio con il suo alleato Salvini di cui si vergogna. Il governo ha messo in ginocchio l'Italia e non ha una strategia per rimediare. Noi tifiamo per l'Italia e vogliamo che i problemi si risolvano. Per questo abbiamo sempre dialogato in Parlamento. Ma con un governo che continua sulla strada della incompetenza e dell'arroganza la strada è chiusa". A dichiararlo il capogruppo Pd alla Camera, Graziano Delrio, rispondendo al vicepremier M5S Luigi Di Maio. In un'intervista l'ex ministro aveva detto sì al dialogo parlamentare sul salario minimo e sul conflitto d'interessi.

Anche Nicola Zingaretti - vista la reazione alle parole di Delrio - ha usato Facebook per lanciare una stoccata al M5S. "Per noi la prima cosa da fare in Italia è aumentare i salari delle persone perché le famiglie non ce la fanno più. Salvini e Di Maio hanno la stragrande maggioranza dei parlamentari, ma la loro incapacità di attuare provvedimenti concreti per lo sviluppo del Paese è impressionante. Ora è tempo di voltare pagina, di creare lavoro giusto. Per amore dell'Italia".

Zingaretti, Delrio su M5S? Tempesta in bicchier d'acqua - "L'apertura di Delrio ai Cinque Stelle e' una grande tempesta in un bicchier d'acqua. La vera vergogna italiana e' che il Governo ancora oggi non ha fatto niente per il lavoro, litiga su tutto, e sta giocando sulla pelle degli italiani, nonostante abbia un consenso del 60%". Lo ha detto il segretario del Pd Nicola Zingaretti, che oggi a Casal di Principe (Caserta) ha aperto la campagna elettorale per le Europee in Campania.

Fonti pentastellate spiegano come un governo con il Pd "non sia nemmeno un'ipotesi da prendere in considerazione. Da quando Renzi ha chiuso la porta l'anno scorso dopo il voto, il capitolo è chiuso". Certo, con la Lega la tensione è molto alta e solo in parte le fibrillazioni si possono spiegare con la campagna elettorale per le elezioni europee del 26 maggio. Ma Di Maio non ha alcun dubbio: il contratto va onorato fino in fondo e non esistono subordinate o piani B. Dal Pd, d'altronde, sottolineano come le parole di Delrio non fossero assolutamente un'apertura per un governo con i 5 Stelle, semmai "un tentativo di testare Di Maio sui suoi temi cari". Per i dem Lega e M5S sono la stessa cosa nel momento in cui governano insieme, ma così non è per i loro elettorali. "Sappiamo bene che chi vota i 5 Stelle è in gran parte di sinistra - spiegano fonti del Pd - e quindi continueremo a incalzare Di Maio sui temi sociali, come con le cinque proposte lanciate dal segretario Zingaretti".

Da Zingaretti 5 proposte 'per voltare pagina' - I litigi tra Matteo Salvini e Luigi Di Maio? Solo "manfrina". Per il segretario PD, Nicola Zingaretti, le tensioni all'interno del governo rispondono solo a esigenze elettorali, mentre gli azionisti d maggioranza dell'esecutivo mostrano tutta la loro "incapacita'" nel risolvere i problemi degli italiani. Per questa ragione, in un colloquio con il Corriere della Sera, Zingaretti lancia le cinque proposte Dem per "votare pagina". Quasi una risposta ai cinque punti su cui Luigi Di Maio intenderebbe aprire un confronto con il centro sinistra. La prima proposta, scandisce Zingaretti, e' quella del "lavoro giusto. Dobbiamo aumentare i salari medio-bassi in particolare per le famiglie perche' le persone non ce la fanno piu'. E proponiamo un taglio netto del cuneo fiscale sul tempo indeterminato. Inoltre vogliamo favorire l'occupazione di donne e giovani, aumentare le indennita' per i tirocini (come abbiamo fatto nel Lazio), fare una legge sull'equo compenso e cercare con le parti sociali un accordo sul salario minimo in quei settori non coperti dai contratti collettivi nazionali".Il secondo punto? "L'obiettivo e' rilanciare gli investimenti pubblici e privati per aumentare la crescita economica e l'occupazione. Dobbiamo stabilizzare gli incentivi agli investimenti del piano Impresa 4.0, in particolare nel Mezzogiorno, favorire il trasferimento tecnologico e varare un provvedimento straordinario "taglia burocrazia" per le imprese basato sul silenzio assenso nei rapporti con la Pa. E devono ripartire gli investimenti pubblici sulle infrastrutture anche con l'apertura dei cantieri gia' finanziati". Il governo ha varato lo sblocca cantieri, ma per Zingaretti "quello e' un bluff perche' sblocca solo il malaffare e mette a rischio la vita degli operai con il massimo ribasso. Invece occorre portare nella Pa una nuova generazione di tecnici in grado di potenziare la capacita' di progettazione delle amministrazioni, controllare e accorciare i tempi delle procedure. E dobbiamo anche semplificare i regimi autorizzatori delle opere, un sistema fondato sul "parere di competenza" e' una follia". Su scuola e sanita', cosa intende fare il Pd? "Dobbiamo far ripartire su entrambi i fronti la mobilita' sociale, in un tempo in cui le eredita' familiari e geografiche segnano ancora i destini delle persone. Portiamo al 4% del Pil le risorse investite sull'istruzione pubblica, per potenziare i servizi per l'infanzia, ridurre la dispersione scolastica, estendere il tempo pieno e attivare una dote per i giovani provenienti da famiglie meno abbienti attivabile a 18 anni per finanziare un progetto formativo o imprenditoriale. Per la sanita', invece, serve quota 10". Cioe'? "Dobbiamo garantire almeno 10 miliardi in piu' nel triennio sulla sanita' assumendo 100mila nuovi operatori o l'universalita' delle cure sara' messa in discussione". Le risorse "In parte sono gia' stanziate sia a livello nazionale che europeo, ma andrebbero usate meglio. Inoltre proponiamo il taglio dei sussidi per le attivita' dannose per l'ambiente; una piu' efficace azione di contrasto all'evasione fiscale partendo da un forte incentivo all'utilizzo dei pagamenti elettronici sui quali l'Italia e' molto indietro; una rimodulazione degli incentivi fiscali diminuendo quelli per i redditi sopra i 150 mila euro. E, ovviamente, una revisione della spesa pubblica partendo anche da una rivalutazione di quota 100. Insomma, una serie di misure che ci permettano di risparmiare svariati miliardi di euro di interessi sul debito che l'attuale governo ha fatto enormemente aumentare. Per ricreare fiducia nel Paese e' necessario che questo esecutivo se ne vada a casa: all'Italia non serve un governo dei selfie e del nulla"", conclude Zingaretti.

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