Governo M5S-Pd, il programma: tasse, salario minimo, giustizia e... ESCLUSIVO
Esclusivo: su Affaritaliani.it il programma del governo M5S-Pd. I dem freddi sull'ipotesi di un Conte bis. Inside
Di Alberto Maggi
Mentre i vertici del Movimento 5 Stelle, riuniti da Beppe Grillo, chiudono definitivamente a Matteo Salvini, gli sherpa del Pd e dei pentastellati proseguono nelle discussioni per la stesura del programma del nuvoloso governo, che, a detta di entrambi, dovrà avere come orizzonte la scadenza naturale della legislatura.
Il primo punto di intesa è il rapporto con l'Unione europea declinato nella coalizione Orsola da Romano Prodi (ovvero le forze politiche che hanno votato sì a Ursula Von der Leyen). Critiche a Bruxelles troppo rigida sull'austerità e sul rispetto dei vincoli, ma nessuna guerra e soprattutto nessuna ipotesi di uscita dall'euro. A proposito di Europa fonti dem tengono ad escludere che il commissario italiano posso essere il senatore Matteo Renzi, così come stritto stamattina da La Verità. Non a caso in queste ore due big del M5S come Bonafede e Fraccaro hanno escluso ogni possibilità di sedersi "al tavolo con Renzi e la Boschi".
Sul fronte delle tasse la via maestra è quella del taglio del cuneo fiscale, punto sul quale non sarà difficile trovare un accordo tra M5S e Pd. Accantonata definitivamente la flat tax leghista. Per quanto concerne il salario minimo i dem sono disposti ad aprire alla proposta dei pentastellati purché, come dicono anche le principali organizzazioni sindacali, resti una parte di autonomia da lasciare alla contrattazione tra le parti.
Passando all'autonomia regionale l'ipotesi di lavoro è quella dell'Emilia Romagna ovvero la concessione anche a Lombardia e Veneto dell'autonomia chiesta dalla Regione a guida Pd, quindi molto meno spinta rispetto alle richieste di Luca Zaia e Attilio Fontana.
Ok del Partito Democratico al provvedimento caro ai 5 Stelle sull'acqua pubblica.
Sul fronte sicurezza il progetto è quello di rivedere i due Decreti voluti da Salvini mentre per quanto riguarda l'immigrazione il punto di incontro è quello della revisione del Trattato di Dublino, come promesso dalla Von der Leyen. In caso di emergenze modello Open Arms, spiegano fonti dem, l'umanità dovrà prevalere sulla politica dei porti chiusi.
Anche sul tema della riforma della giustizia i punti di contatto tra M5S e Pd non mancano. I dem potrebbero accettare una parziale separazione delle carriere (e non radicale come voleva il Carroccio) facilitando quindi la sintesi con la riforma messa a punto dal ministro Alfonso Bonafede.
Quanto al premier nel PD non piace l'idea di un Conte bis perché "chi ha avuto responsabilità dirette di governo con la Lega dovrebbe fare un passo indietro (quindi anche Luigi Di Maio)". Ma su questo punto la trattativa viene rimandata a un eventuale tavolo tra i leader che dovrebbe aprirsi una volta formalizzata la crisi di governo.
Commenti