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Politica
Governo M5S-Pd-LeU (di legislatura)? I numeri del governo anti-Lega

La svolta arriva all'ora di pranzo di lunedì 12 agosto con le parole del segretario del Partito Democratico Nicola Zingaretti: "Non credo sia possibile e credibile un'ipotesi che preveda un governo per fare la manovra da cui questo governo sta scappando per poi andare a votare. Questo sarebbe davvero un regalo a quella destra pericolosa che tutti vogliamo fermare. Apriamo la crisi e vedremo con Mattarella quale è la forma migliore più seria e credibile per salvare l'Italia". Traduzione: no a un esecutivo salva-conti (che fermi l'aumento dell'Iva dal primo gennaio 2020), ovvero la proposta di Matteo Renzi, ma si a un governo di legislatura che duri fino al 2023.

Il leader dem, messo in minoranza dall'ex premier che controlla la quasi totalità dei gruppi parlamentari, va oltre il senatore di Scandicci, non parla più di elezioni a breve e afferma - frase chiave - "vedremo con Mattarella quale è la forma migliore più seria e credibile per salvare l'Italia". E' evidente che Zingaretti non vuole un governicchio di qualche mese che faccia la manovra e poi porti il Paese alle urne all'inizio del prossimo anno. In quel caso è facile prevedere una Lega ancora più forte grazie a un periodo di opposizione. Per Renzi tutto sommato la soluzione di un esecutivo che duri fino al 2023 (sulla carta, ovviamente, poi tutto è da vedere) andrebbe bene perché avrebbe tutto il tempo o per riprendersi il Pd o per lanciare un suo partito.

Nel Movimento 5 Stelle, a parte qualche caso isolato come quello di Stefano Buffagni e Gianluigi Paragone che si sono schierati per il voto, la maggioranza di deputati e senatori nella riunione plenaria propende per andare avanti. Gli osservatori invitano a non farsi distrarre dal'ultimo video su Facebook di Luigi Di Maio il quale ha sì chiuso la porta a Renzi ma non al Pd e a Zingaretti.

La soluzione governo di legislatura avrebbe i numeri in Parlamento. Gli stessi che si sono anche visti nella capigruppo al Senato sul calendario dei lavori. Alla Camera bastano M5S e Pd mentre al Senato la maggioranza ci sarebbe aggiungendo i parlamentari di Liberi e Uguali (che hanno compre priorità impedire un governo Salvini) e gran parte di quelli del gruppo Misto dove siedono molti ex 5 Stelle usciti in questi mesi in polemica con la Lega. A questo punto diventa ininfluente anche il no a un esecutivo di larghe intese di Forza Italia e di Silvio Berlusconi, ormai quasi recuperato da Matteo Salvini. Anche se - spiegano fonti qualificate - è facile pensare che qualche singolo parlamentare azzurro che sa di non essere ricandidato in caso di ritorno alle urne possa aderire al progetto.

I numeri del 'governissimo anti-Lega', come lo hanno già ribattezzato i deputati e i senatori del Carroccio, sarebbero più o meno 330-335 a Montecitorio e 175 circa a Palazzo Madama. I leghisti non si scompongono e, a microfono spento, ironizza un parlamentare salviniano doc: "Facciano pure il governo Renzi-Grillo-Boschi-Boldrini-Fico, noi ci sediamo in poltrona, mangiamo pop corn e ci godiamo lo spettacolo. Così vinciamo a mani basse tutte le Regionali e le Comunali e poi quando si andrà al voto, perché prima o poi imploderanno, saremo al 60%". Questa è al momento l'ipotesi principale, poi bisognerà vedere se davvero tutti i parlamentare del M5S e del Pd non renziano sono pronti a dimenticare gli anni di insulti reciproci.

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