Governo, mai dire mai in politica. Quel pragmatismo che ora manca...
In politica, si diceva una volta, “mai dire mai”. All’opposto quanti mai si stanno vicendevolmente scambiando: (in ordine alfabetico) Silvio Berlusconi, Luigi Di Maio, Maurizio Martina e Matteo Salvini. Condivisibili sembrerebbero quelli del M5S nei confronti dell’ex cavaliere: per il movimento fondato da Beppe Grillo e Gianroberto Casaleggio non avere condanne penali passate in giudicato è un principio basilare del suo Dna. Rinunciarvi sarebbe come chiedere a Berlusconi di abolire la proprietà privata.
Che pregiudiziali così forti si possono avere rispetto al candidato premier del M5S quando propone, da vero pragmatico alla Lega o in alternativa al Pd, di firmare un programma di governo e portarlo avanti insieme? Si chieda alle maggiori scuole e università economiche del mondo quanto il pragmatismo sia importante per ottenere risultati.
Tutto cambia e può essere modificato (anche la Costituzione della Repubblica). L’intelligenza è il dubbio; modificare opinione è onorevole e può essere segno di buona educazione e libertà.