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Politica
Manovra, il vertice notturno non basta: Pd e 5S ancora distanti

Il ministro dell’Economia, Gualtieri, ieri ha messo le mani avanti: “Il governo – ha spiegato – non ha ancora presentato nessun piano sull’Iva. L’orizzonte non e’ la nota di aggiornamento al Def, ma la manovra”. Parole che volevano essere distensive alla vigilia del Cdm che si terra’ nel pomeriggio. Ma le pressioni affinche’ l’esecutivo non dia alcun segnale di aumento delle tasse e dica no ad pure ad ipotesi di rimodulazioni selettive dell’Iva sono sempre piu’ forti. E’ Di Maio che intervistato a ‘Non e’ l’arena’ su La7 a dirlo chiaramente: “L'Iva non puo' aumentare, ne' nell'aliquota minima, ne' nell'intermedia, ne' in quelle piu' alte". Ed e’ anche Renzi ad assicurare che fara’ di tutto per evitare che l’esecutivo alzi la pressione fiscale.
    Per fare sintesi e fare in modo che ci sia unita’ d’intenti nel governo il premier Giuseppe Conte ha convocato così un vertice serale ieri a palazzo Chigi. Per M5s presenti il sottosegretario Fraccaro e il capo politico del Movimento Di Maio, per il Pd il capo delegazione Franceschini, per Leu Speranza e per Italia viva il ministro Bellanova. Il responsabile di via XX settembre era gia’ a palazzo Chigi. Numeri sul tavolo, con il dubbio se portare il deficit al 2,1 o al 2,2%. “Forse è meglio – ha spiegato Gualtieri alla trasmissione di Lucia Annunziata su Rai3 - non dichiarare il 2,4% e poi fare il 2,04% e nel frattempo avere una impennata dello spread che pagano tutti e collocarsi in mezzo dall'inizio senza turbative, quindi è una saggia via di mezzo che noi percorreremo".

Ma intanto sale la tensione tra dem e M5s. “Vedo che poco prima della riunione a Palazzo Chigi, Di Maio ha annunciato – la puntualizzazione di Franceschini - in modo ultimativo in tv una serie di posizioni sulla legge di Bilancio e su molto altro. Cose anche interessanti che credo impegnino il suo movimento, ma di certo non impegnano l'intera maggioranza". Il capo delegazione del Pd si riferisce anche ad un’altra posizione espressa dal responsabile degli Esteri. Ovvero quella sullo ius culturae con esponenti del Pd come Alessia Morani che avevano gia’ frenato. "Io credo che oggi non sia la priorità", il parere di Di Maio. "Ragioniamo un attimo, voglio essere molto chiaro - ha detto - Il governo ha delle priorità, il 7 ottobre il taglio dei parlamentari, entro il 31 dicembre la riforma della giustizia, poi la legge di bilancio, nella quale si decidono le tasse degli italiani, che non aumenteremo, e il salario minimo".
    “Sicuro che il Pd non arretrera’”, la reazione dell’ex presidente del Pd, Orfini. La risposta pentastellata non si fa attendere: “Siamo già in marcia per bloccare l'aumento dell'Iva, avviare un piano per proteggere l’ambiente e tagliare i parlamentari. Ragionare sullo Ius Culturae é importante, ma non rientra tra i punti programmatici stabiliti con il Pd. Abbiamo altre priorità, Orfini ne prenda atto", spiega Sodano.

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