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Politica
Governo Mattarella allunga i tempi pur di non rivotare a giugno?
Foto LaPresse

Il mondo va avanti. Le due Coree si incontrano e dichiarano finita la guerra sul 38esimo parallelo, Macron e la Merkel si preparano a riscrivere le regole dell'Unione europea, Londra-Parigi-Berlino avvertono Trump sui dazi e a fine giugno c'è un vertice Ue chiave. Senza contare la mannaia dell'aumento dell'Iva da sterilizzare. Insomma, mentre il mondo procede spedito l'Italia è ancora ferma e come accade nel Gioco dell'Oca torna al via. Ovvero alla sera del 4 marzo.

Le elezioni regionali in Friuli Venezia Giulia hanno confermato la forza del Centrodestra a guida leghista con il partito di Matteo Salvini che aumenta i voti e con il M5S che subisce una pesante battuta d'arresto. Il tutto con la querelle Di Maio-Renzi che ha chiuso anche il forno tra 5 Stelle e Partito Democratico. In questo scenario appare a dir poco imbarazzante il silenzio del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella. Il Capo dello Stato si è incartato. O meglio, ha incartato il Paese.

Prima ha fatto due giri di consultazioni per poi dare soltanto un giorno e mezzo di tempo al Centrodestra con il mandato esplorativo alla numero uno di Palazzo Madama Maria Elisabetta Alberti Casellatti. E invece al presidente grillino Roberto Fico, che al Colle ha affermato che il suo mandato si è chiuso "positivamente", ha concesso in totale ben 10 giorni in attesa della riunione della Direzione del Pd del 3 maggio di fatto già sconfessata e resa inutile dalle parole di Matteo Renzi in televisione.

Maurizio Martina potrà anche sbottare fin che vuole, ma le liste sono state fatte dall'ex premier ed ex segretario e i gruppi parlamentari rispondono a Renzi (quasi in maniera compatta) e non al reggente. Ora che si fa? Si aspettano altri tre giorni in attesa della Direzione dem con il finale già scritto? Insomma, un mezzo pastrocchio. Che sembra tanto fatto di proposito per far passare il tempo e far chiudere la finestra per poter votare a giugno.

Ma anche se si tornasse alle urne a settembre, resterebbe in carica Paolo Gentiloni altri cinque mesi? Il problema è che il Centrodestra non è coeso sul da farsi. Forza Italia e Fratelli d'Italia chiedono un esecutivo a guida Salvini che vada in Aula a cercare i voti mancanti, ma alla Lega non piace questa ipotesi ("di voti ne mancano troppi", spiega un deputato del Carroccio) e preferirebbe tornare a trattare con Di Maio. Anche se qui si riapre il solito problema: i 5 Stelle vogliono solo Salvini, al limite la Meloni, ma non Berlusconi. I leghisti però non intendono rompere la coalizione, soprattutto ora che Molise e Friuli confermano la leadership di Salvini.

Forse - osservano molti parlamentari a microfono spento - il Quirinale non avrebbe dovuto allungare i tempi a dismisura arrivando alla situazione attuale. Ora, dopo lo scontato fallimento del forno M5S-Pd, o ci sarà un altro giro di consultazioni per valutare eventuali novità o un mandato al Centrodestra e quindi a Salvini (possibile anche dopo nuove consultazioni).

Ma così facendo, visto che il gioco dei veti è sempre lì, il risultato sarà quello di allungare ulteriormente i tempi con la chiusura della finestra di giugno. E se poi si arriva a fine maggio? Che si fa, si vota a luglio? O in agosto? Intanto, al vertice Ue di fine giugno l'Italia andrà con un governo non nella pienezza dei suoi poteri restando fuori dai principali tavoli, sia quelli sulla riscrittura delle regole comunitarie sia sul braccio di ferro con gli Usa di Trump. Paese bloccato e come nel Gioco dell'Oca si torna al via. In attesa che il Colle dia un segnale. Possibilmente chiaro.

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