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Politica
Governo Pd, i renziani bloccano la fronda interna

Il capogruppo Pd al Senato, Andrea Marcucci, interviene con un post su Facebook e dice: "Qualcuno pensa davvero che sia possibile allearsi con Di Maio? Ovvero con colui che ha un programma opposto al nostro, che per cinque anni ci ha insultato ogni giorno, ha insultato il nostro segretario Matteo Renzi, le politiche dei nostri governi, e persino i nostri elettori? Ci sono intellettuali ed editorialisti che pensano che sia davvero possibile un tale disprezzo per il mandato dei cittadini?". Coinvolge intellettuali ed editorialisti, Marcucci, ma il messaggio è rivolto, evidentemente, a quanti nel Partito democratico contestano la linea del "tocca a loro" sponsorizzata da Matteo Renzi. In particolare i ministri Dario Franceschini e Andrea Orlando che da ieri chiedono apertamente un cambio di rotta invocando una discussione aperta prima delle consultazioni al Colle.

"Opposizione - continua Marcucci - poi non vuol dire Aventino: la faremo in modo rigoroso, nelle aule parlamentari e nel paese, un'opposizione seria e propositiva". E conclude: "Non vedo l'ora che giuri un governo di Maio-Salvini. Loro hanno il diritto dovere di governare, noi non gli faremo sconti".

Già in mattinata era intervenuto il presidente dei deputati dem, Graziano Delrio, considerato più autonomo rispetto alla linea dell'ex segretario. Con una sorta di appello all'unità del partito: "Il gruppo del Pd è rimasto compatto ed unito. Noi discuteremo sempre, ma vogliamo smettere di dividerci e lavorare insieme facendo circolare idee e proposte", ha scritto su Facebook, precisando che  "la stella polare" del Pd "resta sempre l'interesse del Paese. "Nessuno insiste a stare in minoranza per capriccio, ma perchè vogliamo rispettare il voto. E perchè la distanza dagli altri partiti sulle cose da fare per il Paese su Europa, pensioni, lavoro e povertà non si sono ridotte in un mese. Siamo distanti nel merito. Non per ripicca. Per serietà. La nostra bussola rimane il documento approvato dalla direzione le scorse settimane". Insomma, la linea la decide la direzione non i singoli parlamentari.

Il ministro neoiscritto, Carlo Calenda, mette in guardia: "Matteo Renzi ha fatto errori ma come presidente del Consiglio ha fatto più di chiunque altro nella seconda repubblica e soprattutto ha affrontato le sfide a viso aperto. Se torniamo alle correnti che si fanno la guerra sottobanco e lavorano per il M5S consegnamo il paese ai populisti per sempre".

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