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Politica
Governo, profezie impossibili

Tutti vorremmo conoscere il futuro. Ma è una speranza ridicola. Non soltanto il futuro, non essendo stato ancora “scritto”, semplicemente non esiste. Ma, se esistesse e si potesse conoscerlo, non sarebbe valido. Ecco un esempio: se il destino (chissà che cos’è, il destino. Ma andiamo avanti) se il destino avesse stabilito che il giorno venti marzo 2018 io muoia in un incidente stradale, basterebbe che quel giorno non uscissi di casa o addirittura, per non rischiare di morire in ambulanza a causa di un malore, mi facessi direttamente ricoverare in una clinica attrezzatissima, per mettere in crisi il destino. Infatti, non morendo, ridicolizzerei il concetto di destino e, in subordine, la prevedibilità del futuro. Intendo che, se potessimo conoscere il futuro, per ciò stesso lo modificheremmo, e dunque non avremmo conosciuto il futuro. Filosofia da bar.

Purtroppo, come potremmo negare di essere ansiosi, aspettando il risultato di un’analisi clinica importante che ci riguarda? E quando si tratta del futuro politico, è come se si trattasse del nostro futuro personale, ma anche di quello dei nostri cari e dell’intera nazione. La tentazione della divinazione è quasi sempre comprensibile, meno comprensibile è che le si ceda. In altri termini, la curiosità rispetto al futuro non ci deve indurre a trasformare in previsioni i nostri desideri o le nostre paure. È proprio questo che rende fastidiosa la lettura degli articoli di giornale. Le minestre bollono ancora in pentole chiuse, e tutti vogliono già dire che sapore avranno.

Rimane un’ultima risorsa. Se non possiamo prevedere l’esito finale di questa partita a scacchi – o meglio di poker, visto il numero dei giocatori – rimane la risorsa di provare a spiegarsi il perché di questa impossibilità.

La favola del lupo e dell’agnello è illuminante. Se si ha una mentalità mitologica, si può benissimo immaginare che il lupo si renda conto di quanto sia ipocrita e bugiarda la sua argomentazione e dunque, pentito, chieda scusa all’agnello. Si può immaginare che dal Cielo scenda l’angelo degli agnelli e lo sottragga ai denti del lupo. Si può immaginare che una fata trasformi l’agnello in un tale corridore che il lupo non lo raggiungerà mai. Ma per una persona di buon senso queste ipotesi sono assurde. E infatti Fedro ci ricorda semplicemente che, nell’incontro tra lupo e agnello, la giustizia non conta e l’agnello finisce sempre mangiato.

Nello stesso modo, in politica le uniche previsioni che hanno qualche fondamento sono quelle basate sui rapporti di forza e sull’interesse dei protagonisti. Conosciuti questi dati, si crea il parallelogramma delle forze e la risultante indica il futuro probabile. Ciò ci spiega le incertezze attuali: se non riusciamo a prevedere il futuro, è perché i rapporti di forza sono incerti (nel senso che nessuno ha la maggioranza in Parlamento) e gli interessi non sono chiari. Così si possono costruire alcune antinomie.

Il potere, per i vantaggi che offre, è ciò cui mirano tutti i partiti. Ma in questo caso c’è il rischio che esso procuri una grande impopolarità, e così molti sono disposti a farsene carico soltanto se quei vantaggi sono veramente consistenti, in modo che il gioco valga la candela. Il M5s, per esempio, questo potere lo vorrebbe intero e incontrastato, in modo da avere la massima convenienza e la più completa libertà di manovra, nella speranza di realizzare il proprio (mitologico) programma. Per questo accetterebbe non dei soci, con cui discutere il da farsi, ma dei semplici donatori di sangue. Purtroppo, in politica i donatori disinteressati sono rari. E comunque in questo momento non se ne vedono. Il Movimento ha chiaro il proprio interesse, ma è un interesse non realistico, e finché non lo cambia, è come se non l’avesse.

Il Pd sarebbe contento di andare al potere, e sa benissimo che il M5s l’accoglierebbe a braccia aperte, se contribuisse a formare il governo. Ma, essendo il “junior partner”, avrebbe un ruolo di semplice ausiliario, e considerando la difficile situazione economica (oltre che il livello di competenza del Movimento) il rischio sarebbe di avere pochi vantaggi ed essere poi coinvolti nel disastro dell’impopolarità. E così sparirebbe dall’orizzonte politico.

La situazione non è diversa per la Lega.

La coalizione di centrodestra non ha i numeri per governare da sola, ha all’interno le pericolose ambizioni della Lega, e forse risulta impraticabile una formazione comprendente Lega e Pd. Infatti ambedue questi partiti rischierebbero di uscire squalificati dalla partecipazione ad un governo comune. I loro elettori li punirebbero.

In sintesi, nella situazione attuale esiste la Stella Polare dell’interesse mitologico – governare da soli e in piena libertà - ma manca la Stella Polare dell’interesse realistico. Forse, quando quest’ultimo si chiarirà, ne sapremo di più. E la smetteremo di almanaccare sulla quadratura del circolo. Attualmente la minestra non è ancora cotta.

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