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Politica
Governo, rimpasto. Renzi "sistema" le poltrone. Tutti i nomi


E' arrivato il giorno del rimpasto di governo. Matteo Renzi, incassata la fiducia del Senato (con la bocciatura delle mozioni di sfiducia presentate dalle opposizioni), si prepara a "sistemare" la compagine governativa. Lasciando l'Aula di Palazzo Madama il premier ha fatto capire che il rimpasto di governo è ormai imminente, mimando con le mani un 'forse' a chi gli chiedeva se già giovedì (oggi) in Cdm arriveranno le nomine. "Dobbiamo fare 7-8 sottosegretari, 65 è il massimo ma noi siamo 56", ha spiegato il premier sottolineando poi che "dobbiamo nominare un ministro, bisogna andare al Colle".

Probabile il ritorno nella squadra di governo dell’alfaniano Antonio Gentile, che andrebbe ad occupare la stessa poltrona di sottosegretario ai Trasporti che era stato costretto ad abbandonare il 3 marzo 2014, dopo essere stato accusato dal direttore de L’Ora della Calabria, Luciano Regolo, di avere fatto pressioni per non far uscire una notizia riguardante suo figlio Andrea. Poi c’è il nodo degli ex montiani di Scelta civica. Che non sembra però disposta ad accontentarsi della promozione di Enrico Zanetti – data praticamente per certa – da sottosegretario a vice ministro dell’Economia, ma con l’agognata delega al fisco ancora in forse. Dal partito che fondato da Mario Monti rivendicano altri due incarichi.

Praticamente certa la nomina di Antimo Cesaro a sottosegretario alla Cultura (posto lasciato vacante dalla dimissionaria Francesca Barracciu). E' invece molto più complicata la strada per Giulio Cesare Sottanelli al ministero dello Sviluppo Economico. Dove si profila un derby rosa e interno al Pd tra Paola De Micheli (attuale sottosegretario all’Economia) e Teresa Bellanova (sottosegretaria al Welfare). Per il resto, con il giro di poltrone che sarà formalizzato nelle prossime ore, dopo numerosi rinvii, Renzi punta innanzitutto a rinsaldare la maggioranza di governo.

Renzi si muove con due obiettivi: non scontentare gli alleati senza però dare loro posti chave. E’ il caso, ad esempio, della poltrona di viceministro degli Esteri liberata dal trasloco all’Eni di Lapo Pistelli: a meno di clamorosi colpi di scena al suo posto dovrebbe arrivare Vincenzo Amendola, attuale responsabile esteri della segreteria Pd. La promozione a vice-ministro di Zanetti, inoltre, coinciderà con il trasloco di Luigi Casero (Ncd) dal dicastero di Via XX Settembre a quello dello Sviluppo economico come numero due di Federica Guidi. La quale, dopo il passaggio di Claudio De Vincenti a Palazzo Chigi e di Carlo Calenda a Bruxelles in qualità di rappresentante permanente dell’Italia presso l’Ue, è rimasta senza vice. Nell’elenco delle certezze si rafforza, con il passare delle ore, l’addio di Enrico Costa (Ncd) alla poltrona di viceministro della Giustizia per accomodarsi su quella di ministro degli Affari regionali. Poltrona per la quale resta in corsa anche Dorina Bianchi di Area Popolare.

Se Costa lascia Via Arenula si apre anche il nodo della successione al fedelissimo di Alfano. Una partita che, nell’ottica del giro di poltrone, diventa una delle più delicate. Anche tenuto conto degli spinosi dossier che il governo si troverà costretto ad affrontare. D’altra parte la nomina di Nico D’Ascola a presidente della commissione Giustizia di Palazzo Madama ha tolto dalla corsa uno degli eredi naturali. Vista la delicatezza del ruolo, Renzi vuole essere assolutamente certo di governare il dicastero evitando ogni possibile dualismo con il ministro Andrea Orlando. Per questo la scelta si sarebbe orientata sull’attuale sottosegretario alle Riforme, Ivan Scalfarotto. Che, del resto, con il ddl Boschi ormai senza ostali (referendum a parte), avrebbe di fatto già esaurito il suo compito principale. Non ci sarà, invece, da attendere per Tommaso Nannicini. Il professore toscano di economia politica alla Bocconi sembra certo dell’incarico di sottosegretario alla Presidenza del Consiglio, dove seguirà l’attuazione del Jobs Act per i lavoratori autonomi. Nonostante l’ultimo scandalo che ha colpito il mondo del calcio e la candidatura di Roma alle Olimpiadi del 2024, non sembra invece in agenda la nomina di un ministro o di un sottosegretario con delega allo Sport.
 

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