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Politica
Governo rimpasto, Tria resta indebolito. La Lega vuole la testa di 2 ministri
Foto: LaPresse

Rimpasto dopo le elezioni europee del 26 maggio? Ovviamente dipenderà dai risultati delle urne e da quanto le percentuali saranno vicine ai sondaggi, cioè da quanto la Lega sarà davanti al Movimento 5 Stelle. Le ultime previsioni parlano di un vantaggio di circa 14-15 punti del Carroccio sui pentastellati. Nell'occhio del ciclone c'è soprattutto il titolare dell'Economia Giovanni Tria, anche e non solo per il caso della consigliera del Mef Claudia Bugno. Fonti qualificate sia della Lega sia dei 5 Stelle escludono che il responsabile del dicastero di Via XX Settembre sia pronto a lasciare l'esecutivo. A difendere Tria, secondo quanto risulta ad Affaritaliani.it, ci sarebbe soprattutto il sottosegretario alla presidenza del Consiglio Giancarlo Giorgetti.

Il numero due della Lega, in costante contatto con il Presidente Sergio Mattarella (e su questo ruolo le divergenze con Matteo Salvini non sono solo formali ma anche sostanziali), sa perfettamente che un'eventuale uscita del ministro dell'Economia dal governo, fortemente voluto dal Quirinale in quel ruolo, provocherebbe elevate tensioni con il Capo dello Stato e il rischio di un'eterna trattativa per individuare il sostituto. Non solo, Tria è anche l'unico esponente dell'esecutivo - insieme al premier Giuseppe Conte – a godere della fiducia della Commissione Ue, della Bce e delle altre istituzioni internazionali. L'obiettivo è quindi quello di evitare turbolenze sui mercati finanziari e in particolare sullo spread.

L'ipotesi più probabile è che dopo le Europee il titolare del Mef resti al suo posto anche se potrebbe essere in qualche modo 'commissariato', ad esempio aumentando i poteri del vice-ministro leghista Massimo Garavaglia - che ha vinto la sfida interna con l'altro leghista al Tesoro, Massimo Bitonci - e affiancando Palazzo Chigi, quindi anche i due vicepremier, in molte decisioni di competenza del Mef. In modo che Tria formalmente non venga defenestrato ma di fatto il suo ruolo risulti ridimensionato.

I veri obiettivi della Lega per il probabile rimpasto post-Europee sono altri due dicasteri. Secondo quanto risulta ad Affaritaliani.it, se davvero il Carroccio dovesse battere nettamente i 5 Stelle chiederà la testa di Danilo Toninelli e di Sergio Costa, rispettivamente titolari dei Trasporti/Infrastrutture e dell'Ambiente. Il Carroccio, che già ha messo nel mirino il Guardasigilli Alfonso Bonafede (leggi qui), anche se sa che essendo un fedelissimo di Luigi Di Maio è intoccabile, contesta a Toninelli e a Costa il blocco di molte opere, anche e soprattutto medio-piccole, in particolare al Nord (Lombardia e Veneto in testa). "Già stanno facendo un sacco di problemi sull'autonomia, poi questi due bloccano tutto quello che i territori vogliono fare con mille scuse. Impossibile andare avanti così", sbotta un senatore leghista di lungo corso.

Il problema - secondo il Carroccio - è prima di tutto culturale e non a caso Salvini continua a ripetere che con i no non si governa. E i no sono, secondo la Lega, soprattutto quelli di Toninelli e Costa. Per i Trasporti/Infrastrutture il ministro dell'Interno ha in mente la promozione del vice-ministro leghista Edoardo Rixi, mentre per l'Ambiente potrebbe anche non essere un esponente del Carroccio, ma "basta che sia un ministro del fare e non del bloccare tutto", spiega uno dei big ex padani a Montecitorio.

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