Governo: Salvini asso pigliatutto è ora il politico più popolare in Italia

Matteo Salvini. In Italia non si parla che di lui, e dal 4 marzo è stato un crescendo. Pur classificatosi di fatto terzo dopo il m5s e il Pd alle elezioni politiche con il suo 17 %, il capo della Lega ha via via tessuto l'ordito si una tela machiavellica attendendo che tutti gli altri leader politici andassero a imprigionarsi, riuscendo appieno nel suo intento.

Almeno ufficialmente - ancora non ci è dato sapere se dietro vi siano accordi occulti - Salvini si è liberato con successo del suo scomodissimo alleato Silvio Berlusconi, lasciandolo prima ai margini delle trattative di governo con il m5s e quindi fuori dall'esecutivo.

Ha quindi assunto il ruolo di figura preminente della Destra (da quella moderata a quella più estrema) in Italia, e in poche settimane di alleanza o di "contratto" secondo la vulgata grillo-leghista, si è mangiato Luigi Di Maio dall'alto del suo 32 % di consensi, mettendolo in ombra. 

E quanto al Presidente del Consiglio, sono moltissimi in Italia - nell'ampio bacino di elettori favorevoli al nuovo esecutivo - a considerare Giuseppe Conte una semplice figura di facciata e a guardare a Salvini come il vero capo di governo.

Fin dal 4 marzo, insomma, Salvini non ha sbagliato un solo colpo, senza dubbio coadiuvato da un team di validi collaboratori quali in primis il "Talleyrand" Giancarlo Giorgetti. Sicuro di sé, spavaldo, dinamico, trascinatore, Salvini è palesemente consapevole che questo è il suo momento d'oro e lo sfrutta sapientemente, offuscando sempre e comunque il seppur popolarissimo collega vicepresidente Di Maio, che svanisce a tutti gli effetti a fianco dell'omologo leghista.

Che sia questo lo scopo recondito di Salvini? Erodere a poco a poco il consenso dei grillini, per poi convogliarlo nelle "casse" elettorali della Lega? Quale sarà la sua strategia futura? Appropriarsi personalmente dei successi di questo esecutivo scaricando la colpa di eventuali fallimenti sugli alleati pentastellati? Malgrado l'imponente macchina di propaganda della Casaleggio & Associati, che ovviamente agisce soprattutto pro domo sua, Salvini ha due atout che difettano a Di Maio: l'esperienza e una dose non indifferente e utilissima di "pelo sullo stomaco", che nell'agone politico-istituzionale risulta essere il requisito fondamentale per resistere all'avversa fortuna e a durare in salute e in malattia. 

Con un abile gioco di passi indietro e di mosse astute, Matteo Salvini è comunque il vero trionfatore dei tre mesi di stallo che hanno condotto alla formazione di questo curioso governo che tutto il mondo osserva con interesse, entusiasmo, orrore o sospetto. Ed è a Matteo Salvini, soprattutto, che chi crede nel cambiamento guarda. Una responsabilità non indifferente, rischiosa e da "maneggiare con cura" sapendo che, se l'obiettivo è quello di consumare l'alleato grillino per fagocitarne i voti, questo potrebbe essere lo stesso scopo di Di Maio.

Perduti per sempre i voti di Sinistra dopo l'alleanza con la Lega, il m5s non può che rivolgersi ormai al solo elettorato di Destra... un elemento che prima o poi potrebbe portarlo a ingaggiare un duello all'ultimo voto proprio con l'ora sodale Salvini. Che da questa sfida sotterranea ha tutto da perdere, ma - giocando abilmente le proprie carte fortunate come ha fatto finora - anche tutto da guadagnare.