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Politica
Governo Salvini Di Maio: che cosa accade davvero in Cdm e tra Lega e 5 Stelle

"Se non parla Matteo (Salvini, ndr), parla Giancarlo (Giorgetti, ndr). Gli altri hanno la consegna del silenzio". E' la confidenza di uno dei massimi esponenti della Lega e membro dell'attuale esecutivo che parlando con Affaritaliani.it spiega come il governo Conte, in realtà, sia formato solo da quattro persone che prendono tutte le decisioni chiave con gli altri nel ruolo di comprimari. Il caso è quello dell'emendamento che elimina la prescrizione, inserito dal M5S nel ddl anti-corruzione, che si intreccia a doppio filo con il decreto sicurezza in aula al Senato. "I 5 Stelle stanno giocando una partita semplice ma pericolosa. Fiducia al dl sicurezza (che serve per stroncare i dissidenti grillini) ma ci dovrà essere l'ok della Lega sulla prescrizione (anche se leggermente rivista). Come sempre (vedi pace fiscale/condono), saranno Salvini e Di Maio a risolvere la situazione in un faccia a faccia", racconta la fonte del Carroccio.

Ma che cosa accade nelle stanze del potere del governo del Cambiamento? I provvedimenti che escono dal Cdm e che non riguardano direttamente i ministeri dei due vicepremier (Interno e Lavoro/Sviluppo Economico) vengono analizzati, corretti e vagliati dal presidente del Consiglio Giuseppe Conte e dal sottosegretario Giancarlo Giorgetti, "che si fermano a Palazzo Chigi anche fino a notte fonda". La novità è arrivata dopo il 'pasticcio' sul decreto fiscale con la manima evocata e agitata dal capo politico dei 5 Stelle che ha terremotato la maggioranza per giorni. In sostanza, i singoli ministri portano i loro ddl o dl a Palazzo Chigi e si arriva in discussione generale solo dopo l'attenta valutazione di Conte e Giorgetti. Tutto ciò, spiegano fonti qualificate dell'esecutivo, riguarda anche il dicastero dell'Economia. "Tria ha la sua autonomia, ovviamente, ma la sintesi non la fanno in Via XX Settembre", taglia corto la fonte leghista.

Il problema sulla prescrizione è nato per una sorta di forzatura dei 5 Stelle che hanno inserito un punto, che effettivamente c'è nel contratto di governo, come emendamento parlamentare al ddl anti-corruzione e quindi è venuto meno il controllo preventivo di Palazzo Chigi esercitato dal premier e dal suo sottosegretario. Si è arrivati alla fiducia sul dl sicurezza soltanto quando i contatti telefonici tra Di Maio e Salvini hanno fatto presagire un accordo sulla prescrizione. Dal M5S quindi è arrivata un'apertura di credito alla Lega con la fiducia che blinda il dl sicurezza. I tentativi di mediazione tra il ministro della Giustizia Alfonso Bonafede (M5S) e il sottosegretario Jacopo Morrone (Lega), estesi anche ai parlamentari competenti in materia, non hanno risolto il nodo prescrizione e quindi non resta che il "solito" faccia a faccia Salvini-Di Maio per il quale si è però dovuto attendere il rientro dei due vicepremier rispettivamente dal Ghana e dalla Cina. Insomma, per usare le parole colorite ma efficaci della fonte leghista all'interno del governo, "Decidono tutto Conte, Giorgetti, Di Maio e Salvini. Gli altri sono comparse e di fatto non contano un c...o".

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