A- A+
Politica
Governo, Salvini “Pinocchio” rassicura sulla tenuta ma pensa alle urne

Il gioco a tutto campo di Matteo Salvini capace di stare al governo del Paese con il M5S e di allearsi con il centrodestra a livello regionale e vincere le elezioni locali spiazza e irrita gli avversari, a destra e a manca. L’ultimo recente accordo fra Salvini, Berlusconi e la Meloni per le Regionali e per le amministrative del 26 maggio in Piemonte fa venire la bile in particolare ai quattro gatti nostalgici ex democristiani che, incapaci di una minima ricostruzione dell’ area centrista, gufano contro il prorompente leader leghista bollato quale fedifrago. Peggio ancora il Partito democratico dove la flebile spinta propulsiva del neo segretario Zingaretti, se non in regressione, si è già stabilizzata, anche per le turbolenze interne, con Renzi e i suoi nel ruolo di guastatori pronti a rilanciare la guerriglia sin dalla questione aperta delle alleanze e dalla patata bollente delle formazione per le liste del 26 maggio.

Nell’attacco contro Salvini, in particolare a sinistra, dimenticano gli anni quando il PSI dal 1963 entrava nella “stanza dei bottoni” e governava l’Italia con la Dc e i comuni, le province, le regioni, con il Pci, cui – ob torto collo – stava bene tale convivenza. Insomma, Salvini non disdegna di riproporre la politica dei “due forni” e, fatto decisivo, tale politica trova il crescente consenso degli elettori. Al di là degli “amarcord”che a destra e a sinistra ognuno tira come può, il governo gialloverde va, pur con le stilettate fra Di Maio e Salvini e fra i velleitarismi e le facilonerie, ora dell’uno ora dell’altro. Fa bene a gioire il ministro dell’Interno per il varo di una legge attesa e di grande appeal popolare quale quella sulla legittima difesa, tassello importante del nodo sicurezza dimostrando inoltre con la politica di forte contenimento degli sbarchi che l’immigrazione incontrollata non è una maledizione divina, una invasione da subire. Resta, però, il nodo dell’economia che stringe il Paese, asfissiandolo: manca il “progetto”, si arranca sulla politica industriale, sulla competitività delle imprese, sul piano energetico, sull’ecologia, sulle infrastrutture, su come chiudere i mille buchi aperti dalla crisi e dalla incapacità dei governi precedenti.

Nessun contributo viene dall’opposizione, inesistente. Da sinistra a destra, sparano al vento invocando quella alternativa di governo che oggi non esiste né sul piano dei numeri inParlamento, né nelle urne e ancor meno nel sentore popolare. Gli italiani, pur tenendo in sospeso il giudizio sull’esecutivo Conte, rinviando la vera “prova del budino”, non vogliono tornare al passato avendo subito sulla loro pelle i fallimenti dei precedenti governi di centrodestra e di centrosinistra. In questo contesto il rischio di stallo c’è. Al governo serve una scossa che, al di là della buona volontà e della qualità dell’impegno del premier Conte,può venire se c’è la volontà politica del M5S e della Lega, invece indecisi sul che fare. Per gli stessi partiti di governo non è facile pensare di chiudere anzi tempo, magari dopo le Europee del 26 maggio, questa alleanza imposta dal voto del 4 marzo 2018. E’ pur vero che dopo il voto i 5Stelle dovranno decidersi se proseguire in questa maggioranza, di fatto subalterni a Salvini e perdendo ancora consensi o tirare la corda fino allo strappo abbandonando la stanza dei bottoni per tornare con le “pive nel sacco” alla politica del “vaffa”.

Ben altra, la prospettiva della Lega, nei sondaggi delle Europee oltre il raddoppio dei voti presi il 4 marzo 2018 (addirittura primo partito al Parlamento Ue) e con l’annunciato scivolone del M5S, una nuova realtà che potrebbe indurre Salvini a chiuderla qui puntando alle elezioni anticipate, al massimo nella primavera 2020, togliendo all’alleato, ma anche a Pd e sinistra, ogni velleità di recupero. Di certo c’è che il vento soffia forte sulle vele di Matteo Salvini. Se si andasse oggi al voto per le politiche, la simulazione fatta sulla media degli ultimi sondaggi lascia il Pd tutt’ora in mezzo al guado, al massimo sul 20% e con un centrosinistra complessivamente sotto il 30% mentre il centrodestra con Lega, Forza Italia, Fratelli d’Italia supererebbe facilmente la maggioranza mettendo stabilmente il governo e il Paese in mano a Salvini, anche senza il M5S. Il leader leghista fa bene a ripetere che la legislatura dura ancora quattro anni e che non ci saranno scossoni per mandare tutto a carte quarantotto. Ma è la classica promessa da marinaio e più Matteo insiste più il naso gli si allunga, novello Pinocchio.

Commenti
    Tags:
    governo salvini





    in evidenza
    Caso gioielli, Scotti punge Fagnani: “Belva addomesticata? Devi fare i nomi”

    La conduttrice vs Striscia la Notizia

    Caso gioielli, Scotti punge Fagnani: “Belva addomesticata? Devi fare i nomi”

    
    in vetrina
    Affari in Rete

    Affari in Rete


    motori
    Lamborghini Urus SE: l'icona dei super SUV diventa ibrida

    Lamborghini Urus SE: l'icona dei super SUV diventa ibrida

    Testata giornalistica registrata - Direttore responsabile Angelo Maria Perrino - Reg. Trib. di Milano n° 210 dell'11 aprile 1996 - P.I. 11321290154

    © 1996 - 2021 Uomini & Affari S.r.l. Tutti i diritti sono riservati

    Per la tua pubblicità sul sito: Clicca qui

    Contatti

    Cookie Policy Privacy Policy

    Cambia il consenso

    Affaritaliani, prima di pubblicare foto, video o testi da internet, compie tutte le opportune verifiche al fine di accertarne il libero regime di circolazione e non violare i diritti di autore o altri diritti esclusivi di terzi. Per segnalare alla redazione eventuali errori nell'uso del materiale riservato, scriveteci a segnalafoto@affaritaliani.it: provvederemo prontamente alla rimozione del materiale lesivo di diritti di terzi.