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Politica
Gregorio De Falco si mette di traverso sulla sicurezza

Gregorio De Falco proprio non ci sta sul decreto sicurezza. E smania mediaticamente lanciando oscure frasi: “il decreto sicurezza? Se non mi ascoltano, trarrò le conclusioni”.

E quali saranno mai, di grazia, queste “conclusioni”? Che se ne vada dal movimento Cinque Stelle e quindi dal suo gruppo?

Che fondi un suo movimento? Che passi al Pd? Oppure sta tentando di fare un’area “di sinistra” con il Presidente della Camera Roberto Fico?

O, molto più eroicamente, entrerà in sciopero della fame come un Giachetti qualsiasi?

Lui che è stato proiettato nell’empireo della gloria da una frase fortunata che si impresse nella memoria collettiva, come spesso accade agli italiani, più per l’eloquio scaciato che per altro. Infatti la sua fama è dovuta al membro maschile, non inteso alla Rocco Siffredi per intenderci, ma alla battuta: “Vada a bordo cazzo!”, pronunciata da De Falco verso il comandante della Concordia Francesco Schettino.

Frase forte, da uomo forte, uso al comando e alla determinazione, che in un Italia molliccia e senza guide riconosciute ebbe un effetto dirompente che gli valse poi la candidatura e l’elezione in Parlamento.

Ma quelle sono cose d’altri tempi.

Ora il mondo politico si chiede perché mai De Falco sia in ambasce per il provvedimento sulla sicurezza voluto da Matteo Salvini e dalla Lega.

Dice De Falco: “Ci sono alcuni principi sui quali non posso deflettere avendo giurato sulla Costituzione, da militare. E mantengo questo giuramento".

Frase di nuovo oscura e densa di significati istituzionali? O semplice capriccio politico di un neofita della politica che vuole un po’ di palcoscenico? E poi che senso ha il riferimento al suo essere “militare”, forse ad un “obbedir tacendo”?

I giornalisti lo incalzano, “E se fosse proprio Di Maio a chiederle di fare un passo indietro?”

Lui non si scompone e continuando a camminare con piglio appunto militaresco dice: “La questione è molto semplice seguo le indicazioni del Presidente Mattarella". 

 

 

 

 

 

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    gregorio de falcofrancesco schettinodi maiodecreto sicurezza





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