Siria, Macron tra Trump e Putin. Ora Salvini non deve farsi fregare
Siria, Salvini usi il suo canale privilegiato con Mosca
È del tutto evidente il protagonismo di Emmanuel Macron che da un po’ di tempo si agita e si sbraccia per dire che “la Francia c’è, e, soprattutto ci sono io”.
Senza più il Regno Unito e con una Merkel stanca ed imbolsita, il ragazzo d’Oltralpe mena fendenti a destra e a manca.
Da ultimo il caso dei gendarmi francesi sconfinati illegalmente a Bardonecchia e i veti sul contingente italiano in Niger e Tunisia, per tacere quello che ha combinato in Libia Sarkozy.
La scorsa notte la Francia, insieme a Usa e Uk, ha bombardato la Siria. Il ragionamento che sta dietro è tortuoso e niente affatto lineare.
Infatti, una vera guerra contro Assad significherebbe, semplificando, una guerra pro - Isis che è un nemico storico della Francia stessa.
Ma il protagonismo di Macron lo porta a ritagliarsi il ruolo di mediatore internazionale tra Donald Trump e da ultimo Vladimir Putin.
Macron ha telefonato a Putin, dopo aver dato il pieno appoggio a Trump, nella speranza di accreditarsi in quel ruolo lucrando qualcosa per la Francia.
A questo punto, Matteo Salvini, possibile premier italiano, devo stare attento a non farsi sfilare il suo rapporto privilegiato con il leader russo anzi, deve accentuare l’asse tra Roma e Mosca, se non vuole farsi fregare dallo scaltro francese.
Solo così l’Italia può riacquistare un po’ di peso internazionale e visibilità sullo scacchiere mondiale. È una occasione da non perdere per il leader leghista che potrebbe riuscire dove invece ha fallito precedentemente Matteo Renzi, forte del suo 40% alle Europee.