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Politica
Ha ragione D'Alema, il Pd può dialogare con i 5 Stelle
Foto La Presse

Si sgretola a sinistra il fronte del 'no' al dialogo con il M5S, che ha pressocchè prosciugato il bacino elettorale dei pos comunisti e del post socialisti, segnando "la svolta epocale" del transito dalla Seconda Repubblica alla Terza Repubblica tutta da costruire su basi del tutto inedite. Una sfida 'culturale e politica' - cambiare tutto, cambiare tutti - da cui la sinistra, se non vuole sparire, non può sottrarsi.

"Il centro-sinistra ha il dovere di andare a vedere: se Palmiro Togliatti dialogò con Guglielmo Giannini, il fondatore dell'Uomo Qualunque, il centro-sinistra può dialogare con Luigi Di Maio", è il messaggio inquivocabile, affidato al Corriere della Sera, del politico più amato e più detestato, Massimo D'Alema che ha lo slancio del 'cavallo di razza' che, pur bocciato dalle urne, fa presente che "non ci si dimette dalle passioni".

A ruota segue 'il via libera' di Nicola Fratoianni, leader di SI: "pronti a sostenere un esecutivo del M5S" che si aggiunge a quello del leader di LeU, Pietro Grasso e a quello 'ante-litteram' del governatore della Puglia, Michele Emiliano. Pezzi da novanta, dunque.

Non c'è da urlare 'Hannibal ad portas' - come ha lucidamente ammonito il politologo 90enne Giorgio Galli: "il Paese ha gli anticorpi" - per lo straordinario e annunciato successo dei Pentastellati, frettolosamente catalogati in quel 'populismo' becero e fascistoide che soffia sul razzismo in nome di una 'razza' inesistente per la specie umana, 'bianca' o 'italica', che dir si voglia.

Certo nel M5S 'zone d'ombra' sull'argomento ci sono, ma ci sono anche le orecchie attente di Roberto Fico: "io conosco solo la specie umana", e possono quindi esser espunte in un dialogo diretto, vis a vis, non ritirandosi sul colle poco fortunato, l'Aventino. E per onestà ci sono proposte umanamente comprensibili: "il reddito di cittadinanza" che riconosce il diritto alla 'sopravvivenza' per tutti gli esclusi, soprattutto per i giovani.

Quando ci si siede attorno al tavolo verde della politica c'è il 'passo' ma c'è anche il 'vedo' se si vuole scoprire se c'è il punto o è un 'bluff': ci vuole coraggio e curiosità per sapere se, quella che all'apparenza può sembrare un cedimento, non si riveli invece come una opportunità.

Può aiutare, esser utile, il punto di vista dell'economista Andrea Ventura, autore del saggio 'Il flagello del neoliberismo' per L'Asino d'oro edizioni, che il 24 prossimo sarà presentato da Galli alla kermesse milanese Bookpride.

L'analsi di Ventura, formulata sul settimanale 'Left' - "è necessaria una svolta: ci sono molti rischi ma anche delle opportunità", ha il pregio, tra l'altro, di rispondere, indirettamente, alla lucida riflessione sul 'Manifesto' di Luciana Castellina: […] pensare che basti redistribuire più equamente gli stessi beni, obiettivo già impervio, non è più nemmeno sufficiente: occorre, di fronte al disastro ecologico e al mutamento del lavoro, fare assai di più: produrre in modo diverso beni diversi e indurre consumi diversi. Cioè cambiare anche gli esseri umani.

Questa "la ricetta" dell'economista che, prima che strettamente economica, è culturale: "[...] già da tempo il pensiero politico della sinistra, ampiamente ispirato al marxismo, aveva mostrato i suoi limiti. Al centro di quel pensiero vi era l'idea che per una completa realizzazione umana i bisogni materiali di tutti dovessero soddisfatti; ma cosa c'e' oltre la soddisfazione dei bisogni?", si chiede Ventura.

Chiarito che "l'elaborazione del fallimento del comunismo dei paesi dell'Est come anche il consolidamento delle conquiste materiali dell'Occidente capitalistico, avrebbero richiesto una ricerca teorica che i dirigenti comunisti di allora non ebbero l'intelligenza di affrontare: abbandonare le proprie radici, piuttosto che rinnovarle, ha dunque condotto agli esiti devastanti che oggi osserviamo", così prosegue, "è certamente necessaria, ovunque e senza incertezze, la difesa di quelle fasce di popolazione gettate nell'insicurezza materiale e attaccate nei loro diritti dalle politiche di austerità".

Dopodichè aggiunge: "oltre i bisogni vi è la realizzazione delle esigenze: senza un nuovo pensiero sulla società e sugli esseri umani e senza una ricerca su ciò che fa star bene o fa star male le persone oltre il soddisfacimento dei bisogni di base, nessuna sinistra, potrà mai essere ricostruita".

La strada per ricominciare in modo del tutto nuovo e inedito, visto che 'il vecchio è morto ma il nuovo deve ancora nascere' o forse è già nato e attende di esser nutrito, sembra dunque segnata dall'utopia "cambiare tutto, cambiare tutti" come dimostra la rivoluzione socialista e nonviolenta di Jeremy Corbyn finalizzata a un governo "for the many, not the few".

Tags:
m5s pd





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