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Politica
Referendum, i gonzi del Pd e la tendenza degli incapaci a farsi imbrogliare

Di Gianni Pardo

C’è qualche frase che rivela a colpo sicuro il cretino, come il lampo annuncia il tuono? Sì, c’è. Basta che qualcuno dica: “Ha lottato contro il cancro ed ha vinto”. Perché questa frase, se non fosse l’epitome dell’inescusabile stupidità, significherebbe che chi è morto di cancro non ha voluto curarsi e non ha lottato. Se i fantasmi esistessero, alcuni di loro avrebbero il pieno diritto di andare a terrorizzare l’idiota militante, di notte.

E tuttavia bisogna chiedersi che cosa possa spingere un giornalista distratto e conformista a ripetere quell’inammissibile stereotipo. Forse ciò che dà lunga vita a certe illusioni è il bisogno che abbiamo di una speranza, di un miracolo. Il padre di un giovane defunto che in chiesa dice “Egli ci guarda da lassù”, la madre che gli si rivolge parlandogli a voce alta come se potesse sentirla, dicono sciocchezze, ma chi avrebbe il coraggio di rimproverarli? È chiaro, negano la realtà irrimediabile. Preferiscono ciò che sperano a ciò che hanno sotto gli occhi.

Benché l’umanità abbia fatto tanti progressi, benché si sia arrivati ad una scienza raffinata e comprovata, resiste nell’animo dei più la magia delle parole. Quando la cartomante, quando il “mago” dicono al cliente: “Lei guarirà di questa malattia e starà meglio di prima”, il cliente imbecille esce più rassicurato e paga volentieri la truffa. La promessa è soltanto una frase, ma molti la prendono per realtà. “Me l’ha promesso”, dicono, come se avessero già in tasca il regalo. E non si può dimenticare quante carriere politiche di successo, ed anche quanti governi, si sono ottenuti con magnifiche promesse. Certo, se poi le promesse non sono state mantenuta, è stato per colpa del destino o perché si è scoperto che il denaro non cresce sugli alberi.

Che l’umanità in generale si lasci ingannare dalle promesse, è una triste realtà, ma che si lascino ingannare dalle promesse i professionisti delle promesse fasulle, cioè gli stessi politici, sembra inverosimile. E tuttavia avviene. Ovviamente è necessario che le vittime siano dei perfetti cretini, come alcuni dirigenti del Partito Democratico attuale. Comunque avviene.

Mesi fa il ministro Alfonso Bonafede, per conto del M5s, chiedeva il voto sull’abolizione della prescrizione nel processo penale. La riforma era (ed è) una tale eresia giuridica, in un Paese civile, che si è avuta una unanime levata di scudi, cui il ministro Bonafede ha risposto promettendo una riforma del processo penale che l’avrebbe talmente accelerato, da rendere inoperanti i possibili guasti di quell’abolizione. E il Pd, in nome di quella promessa ha votato la legge. Poi sono passati i mesi e il M5s non ha mantenuto la parola. Colpa dei “grillini”? No, colpa del Pd. Contrariamente a quanto la gente semplice e il Pd pensano, la legge non tutela dalle truffe evidenti. Se il truffatore mette in atto “artifici e raggiri”, come si esprime il codice, tali da ingannare una persona normale, e viene scoperto, paga pegno. Ma se riesce a vendere dieci ettari di Luna, un chilo d’oro contenuto a Fort Knox o altri incredibili benefici, la legge si volta dall’altra parte. Così ci si può chiedere come abbia potuto il Pd credere alla promessa dei Cinque Stelle.

E che siamo di fronte a perfetti ingenui possiamo vederlo anche da un’altra circostanza. Il truffatore normale, fatto il colpo, cerca di sparire dagli schermi radar, ma stavolta è rimasto al suo posto, offrendo il fianco ad una risposta del truffato. Il Pd, tre mesi dopo la promessa, dopo aver fatto nascere il governo Conte 2, avrebbe potuto (e dovuto) dire: “Ed ora i provvedimenti promessi o cade il governo”. Non l’ha fatto e dunque ha avallato la truffa.

E non si tratta di un’eccezione. La tendenza degli incapaci (nel senso in cui li intende l’art.643 del C.p.) a farsi imbrogliare a ripetizione, il Pd l’ha dimostrata per quanto riguarda il taglio dei parlamentari. Lo ha concesso (votando sì dopo avere già votato tre volte no) sulla base di una promessa di riforma di parecchi istituti e di una nuova legge elettorale, per non rendere quel provvedimento assolutamente nocivo. Ora siamo a un mese del referendum e il M5s si appresta ad incassare una legge da esibire come un trofeo ai propri (residui) elettori senza nulla aver concesso in cambio. E il Pd che fa? Protesta. Protesta e chiede che si approvi la nuova legge elettorale (in meno di un mese, quando di solito non ci si è riusciti malgrado anni di logomachie?) almeno in una delle due camere. Scherza? In modo che poi il M5s possa affosarla nell’altra? Ma già, prometterebbe di non farlo.

Non ho mai votato per il Pci e nemmeno per i partiti suoi successori. Ma se mai l’avessi fatto, non lo farei più. Potrei votare per un partito di cinici ma efficienti liberticidi, non posso votare per un partito di pecore imbelli. Al macello, se voglio, posso andarci da solo.

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