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Politica
I voti sono il vero carburante di Salvini.Ha l’agibilità politica del consenso

“Non sono d'accordo con quello che dici, ma difenderò fino alla morte il tuo diritto a dirlo.” I tempi della galanteria intellettuale sono finiti da un pezzo e nel mondo odierno non si vedono grandi levate di scudi quando un principio, se pure Costituzionale, viene leso nelle sue fondamenta, basta che a perirne sia il nostro avversario.

Dentro questa girandola in cui spirano forti venti giustizialisti e sommari, il Tribunale del Riesame di Genova accoglie i propositi della Procura affinché i fondi presenti e futuri - fruibili nelle casse della Lega - vengano confiscati al fine di rifondare lo Stato dei 49 milioni di euro contestati come truffa. Per la gestione Bossi-Belsito risalente agli anni 2008-2010.

La giustizia è lenta, così a pagare dazio dopo dieci anni si trova un partito che non è più la Lega Nord, un movimento che non ha più nelle corde la Padania libera, ma vede in Matteo Salvini l’incarnazione di un leader che stoicamente resiste alle vessazioni.

Questa giurisprudenza sta fornendo assist micidiali al Carroccio, lo storytelling delle vittime del sistema, le inchieste per avere difeso i confini, l’accerchiamento del “Davide contro Golia” che tanto piace alla narrazione nazional popolare.

I soldi in cassa si possono sempre trovare, certo non sarà facile proseguire l’attività di territorio e di comunicazione, la macchina organizzativa è una costante idrovora di risorse, per non parlare delle campagne elettorali, ma c’è una cosa che non ha prezzo ed ha un valore inestimabile. Ovvero il consenso della gente, la loro simpatia, il loro affetto, e la convinzione profonda che i cattivi siano quelli che giocano a fare i guardiani della soglia.

Due o tre anni fa una cosa del genere avrebbe azzoppato senz’appello il movimento e le sue aspirazioni, ma oggi il ruolo di Governo, la visibilità, ed il 30% degli italiani a supporto, sono una base abbastanza solida da piegare le velleità di chi gioca a fare politica con le sentenze e dall’alto di un concorso. Se anche il M5S scende nell’agone del buon senso, dopo le purghe continue inflitte a chi solo fosse sfiorato dagli avvisi di garanzia, fa ben sperare che sta volta la Magistratura resti col cerino in mano.

Di Andrea Lorusso
Twitter @andrewlorusso

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