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Politica

Il governo giallo-verde si divise sulla 'via della Seta', con Lega e M5s su posizioni contrapposte. Finora il premier Conte sul tema del 5G e' riuscito ad evitare scontri interni alla maggioranza rosso-gialla, a mediare, e probabilmente lo fara' ancora oggi al vertice a palazzo Chigi, alla presenza dei capi delegazione della maggioranza e dei ministri competenti, Patuanelli e Gualtieri, convocato proprio per discutere della nuova tecnologia di comunicazioni cellulari. Tema che e' di politica nazionale ma anche di politica estera in tutta Europa. Il premier punta a seguire Bruxelles. In un Consiglio dei ministri di qualche mese fa, di fronte alle preoccupazioni dei ministri Pd, ha ricordato come avrebbe dovuto essere l'Unione europea ad indicare la strada, richiesta arrivata piu' volte anche dal responsabile della Farnesina Di Maio. A fine luglio la commissione Europea ha esortato gli Stati membri a prendere provvedimenti per diversificare i fornitori di apparecchiature 5G. Il segretario di Stato Usa, Mike Pompeo, sara' a Roma, il 30 settembre e alle autorita' italiane dovrebbe rilanciare la preoccupazione che il colosso della tecnologia cinese, Huawei, possa trasmettere i dati a Pechino.


Una linea - legata alla sicurezza nazionale - rilanciata in in diversi occasioni dal Copasir e sposata da tutti i ministri del Pd che vorrebbero che Roma seguisse il 'modello Usa'. Ma finora il Movimento 5 stelle si e' dichiarato contrario all'eventualita' di mettere al bando Huawei o comunque di tenere una posizione ancora piu' netta e l'esecutivo ha esercitato l'arma del rafforzamento della 'golden power'. Le ultime parole pronunciate dal presidente del Consiglio sulla questione sono state di mediazione: sul 5G - intervistato aad agosto a Ceglie Messapica, nel Brindisino, all'evento La Piazza - il presidente del Consiglio si e' dichiarato "aperto a tutto, ma non a dire scegliamo la Cina o gli Stati Uniti. Gli Usa - il 'refrain' - sono il nostro tradizionale alleato. Lavoriamo in una economia di mercato. Faremo in modo che chiunque sia chiamato a dare un contributo, lo faccia sulla base delle nostre esigenze di sicurezza e protezione nazionale. Abbiamo un sistema di sicurezza sul piano cibernetico dei piu' sofisticati". Per poi arrivare al nocciolo del discorso: "Prima di valutare se dire no alla Cina sul 5G - ha aggiunto - c'e' il problema di portare la banda larga in tutto il Paese. Occorre una rete unica, vogliamo coinvolgere tutti gli operatori in un progetto unico e non possiamo piu' attendere".

Oggi a palazzo Chigi si fara' quindi il punto proprio sul 5G e sulla rete unica, anche se la riunione non dovrebbe essere decisiva. Non e' un argomento all'ordine del giorno del vertice convocato dal presidente del Consiglio ma non e' escluso che durante l'incontro non si faccia riferimento anche al Mes. Perche' i dem hanno aumentato il pressing e si aspettano che il premier dia un segnale al piu' presto. Conte, in un colloquio con 'La Stampa', ha detto di non voler accettare veti ma il segretario del Pd, Zingaretti, annunciando che la regione Lazio presentera' un piano sulla sanita', tenendo presente anche i fondi del Mes, ha inviato un messaggio sulle aspettative del partito del Nazareno che non chiede ministri in piu' ma un'agenda piu' chiara e non improntata - parole del ministro del Sud Provenzano e del vice segretario del Pd, Orlando - "all'antipolitica".

Difficile pero' che Conte possa tentare una forzatura sull'utilizzo del Fondo Salva Stati prima degli Stati generali M5s, considerato pure i numeri del Senato e che il Movimento rischia di spaccarsi. "Bisognerebbe gia' considerare il Mes nella legge di bilancio", spiega un 'big' del Pd. Il governo e' concentrato sul 'Recovery plan', da tempo e' in corso un'interlocuzione tra i ministri. Ma in attesa che il ministro della Salute Speranza predisponga un piano della Sanita' dietro le quinte la tensione sul fondo Salva-Stati cresce, con Renzi schierato al fianco di Zingaretti nel chiedere ai pentastellati un'apertura.

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