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Politica
Il ciclone Rocco sui media italiani

Di Andrea Lorusso (@andrewlorusso)

“A cosa serve l’Ordine dei giornalisti se non sanziona la diffusione delle notizie false e i comportamenti antietici di giornalisti mossi solo da interessi di partito e non dal desiderio di informare i cittadini? A niente. Quindi aboliamolo.” Torna in auge un vecchio cavallo di battaglia del M5S, che in realtà spesso ha trovato cittadinanza anche nei propositi dei precedenti governi di centrodestra, e la sponda di alcuni giornalisti come Vittorio Feltri.

Ovviamente non è possibile non trovare risonanza specifica con il caso scottante del portavoce del Presidente Conte, quel Rocco Casalino finito nel mirino per una conversazione telefonica di fuoco – assolutamente privata e carpita in maniera scorretta – sulle teste da fare saltare al Ministero dell’Economia, in vista della manovra d’autunno.

Singolare il fatto che l’Ordine avvii una procedura disciplinare verso il giornalista professionista che interloquiva (ripetiamolo ancora, privatamente) al telefono, e non contro quei giornalisti prezzolati che ne hanno montato casi di stampa, in barba alla deontologia professionale.

Un po’ come se vi trovaste a filmare uno stupro, e di fronte alla denuncia, vi implicassero in un procedimento per violazione della privacy. Così se il sistema ti muove guerra, il Governo contraccambia. Casalino è il nuovo Rocco nazionale, l’icona del mondo dell’informazione che vuole penetrare i tabù dell’”ordine” (è il caso di dirlo) precostituito.

Siffredi potrebbe essere l’arbitro della disputa, avrebbe le competenze e l’esperienza per cogliere e sanzionare chi davvero, nel frangente specifico, viene colto in “fallo”.

 

 

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