Il coming out di Calenda: per trent'anni ho ripetuto le cazzate del liberismo
L'ex ministro allo Sviluppo economico fa "mea culpa" per aver creduto nelle politiche liberiste
Carlo Calenda, il parlamentare europeo uscito dal Pd, ieri ha manifestato sotto al Mise con gli operai della ex-Embraco per chiedere trasparenza e chiarezza sul piano industriale della nuova proprietà, gli italo-cino-israeliani della ventures.
L'ex ministro, come spiega Repubblica, è stato più volte interrotto da un lavoratore presente, che lo ha accusato di avere "409 lavoratori sulla coscienza". Non è mancata la risposta di Calenda: "Senza di me eravate tutti licenziati".
La sera, sul palco alla presentazione dell'ultimo libro di Antonio Polito, è ritornato sulla manifestazione per i lavoratori della ex embraco e fa "mea culpa" per aver creduto nelle politiche liberiste.
"Oggi vengo da cinque ore al ministero dello sviluppo, per una volta non sopra ma sotto - ha raccontato - La Embraco è un'azienda di straordinaria capacità. Gli operai sono i migliori. A un certo punto l'azienda gli dice di andare a fare training agli operai slovacchi. Loro ci vanno, ma intanto chiedono: 'mica chiuderete e vi trasferite?'. E quelli assicurano che no, non lo faranno. Ma poi gli chiudono la fabbrica".
"Una delle più grandi cazzate che abbiamo raccontato è che non si salvano i posti di lavoro, ma si salva il lavoro. Per cui pensiamo che un operaio di cinquant'anni che ha passato la vita a fare impianti può andare a lavorare nell'economia delle app. Queste cazzate le abbiamo sostenute, io le ho sostenute, per 30 anni. E poi dice che vincono i sovranisti...".
Commenti