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Politica
"Il No di Virginia alle Olimpiadi? No allo storyelling renziano". L'analisi

 

Il mondo della politica, della cultura e dello sport è stato in questi giorni, destabilizzato, dal No della Sindaca di Roma, Virginia Raggi alle Olimpiadi 2024 per le quali la Giunta dell'ex-sindaco del Pd Ignazio Marino aveva già predisposto la delibera per la candidatura della Capitale.
"Il No della Raggi alle Olimpiadi è la risposta giusta al paradigma dominante caro al Premier, Matteo Renzi, per il quale le città si governano e si sviluppano con ‘i grandi eventi’ o le ‘grandi occasioni’, di Giubileo in Giubileo e di Olimpiade in Olimpiade. E' la sindrome del grande evento per intrattenere il popolo e far lievitare la corruzione. Il paradigma del ‘grande evento’, è tipico dello storytelling renziano: in fondo le sue radici stanno nel marketing. E, quindi, nei grandi eventi. No, le città si possono e si debbono governare in altro modo: io la chiamo sfida della normalità, per esser più vicini ai bisogni e alle aspirazioni della gente".
E' l'opinione del vice-presidente di Giustizia e Libertà, lo storico d’arte, Tomaso Montanari, docente di Storia dell’Arte Moderna all’Università di Napoli Federico II° che, a suo tempo, declinò, per questioni inerenti la sua vita, l'offerta della Raggi a far parte della Giunta capitolina, .
"Vorrei dire una cosa - aggiunge il professore - perchè ci sia un reale e radicale cambiamento, nella vita come nella politica, bisogna saper dire dei No. E’ il No ad essere carico di futuro: il Sì è più legato alla conservazione: per questo il No di Virginia alle Olimpiadi 2024 lo reputo una scelta giusta e chiara: è il No alla retorica del ‘grande evento’ che non ha mai avvantaggiato i cittadini. Fa messo in piedi un progetto di città per rispondere ai non solo ai bisogni della gente, penso a servizi pubblici efficienti, agli asilo nido ma anche alla qualità della vita, alla cultura".
Una breve pausa e poi: "certo anche le strutture sportive vanno potenziate come, è un mio pallino, vanno fatte realizzate le biblioteche di quartiere per restituire la cultura ai cittadini che a Roma è stata appaltata ai privati, a Zetema: il veltronismo va arichiviato definitivamente. E spero che la Raggi si muova su queste direttrici".
Altri suggerimenti alla Sindaca di Roma? "Deve guardare con maggiore attenzione alla competenza, all’onestà e perchè no? volgere lo sguardo a sinistra dove ci sono tante persone che vogliono cambiare lo stato delle cose. E poi quando si sbaglia, gli errori sono sempre possibili, bisogna riconoscerlo. E la nomina della Muraro va sicuramente rivista".
Accanto al No della Raggi c'è il No di Massimo D'Alema alla Riforma Costituzionale progettata dal Governo Renzi e oggetto di un referendum popolare: possono saldarsi? "I due No hanno un collegamento, sono il No al mercato, al paradigma del mercato: chi sono i fautori del Sì alla rifoma costituzionale e i fautori delle Olimpiadi? Coloro che mettono avanti a tutto le ragioni del mercato globale. Ecco perchè bisogna saper dire di No se si vuole cambiare radicalmente lo status quo".

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