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Politica
Il Palazzo contro Salvini. E il popolo? Sta alla porta

Di Mirko Crocoli      

Appena Matteo Salvini stacca la spina, i “patrioti” accorrono in massa e alla velocità della luce. Dopo una settimana di kermesse da circo, il nuovo asse è pronto e con l’incarico ovviamente accettato da Conte, è andato in scena, al Quirinale, anche l’ultimo atto di uno spettacolo senza precedenti.

E’ la casta bellezza! Quella che vive di continui benefit e mutui a tasso zero. Quella dei super “gettonanti” e degli aerei free. Quella che predica bene quando sta all’opposizione ma razzola male quando intravede uno spiraglio di gloria personale. Quella che davanti ti mostra ideologia e coerenza mentre dietro pensa solo ai propri interessi, per non dire altro. Quella dei riciclati e dei trasformisti mascherati da terza, quarta e quinta repubblica. L’italiano medio non si capacita. Non se ne fa una ragione e stenta persino a credere ai propri occhi. Eppure quanto accade in questi giorni a Chigi è veramente allucinante.   

Dal nauseante caso Siri all’eterno “dramma” sulle autonomie, dal vile tradimento di Strasburgo ai continui piagnistei TAV e TAP, dalle stucchevoli ipocrisie russe alla indecorosa fuoriuscita dalle aule di Montecitorio. La misura, per gli uomini di “Giussano”, evidentemente era colma e per il comandante in capo la scelta di mollare era inevitabile. Già con Orsola la pugnalata fu atroce figuriamoci cosa sarebbe accaduto in fase di manovra, controfirmata anche dal tanto odiato Ministro dell’Interno; spread a 1000!      

Ma la cosa peggiore è che non è servito a nulla neanche il parere dei cittadini che si sono recati alle urne per le regioni, le amministrative e le europee di Maggio. Tutto da rifare. Chi perde governa. La sovranità non appartiene più al popolo, scordatevelo. La costituzione viene tirata in ballo solo quando fa comodo.     

Conte parla di un nuovo percorso riformista, di discontinuità e di cambiamento rispetto ai precedenti esecutivi. Ciò sta a significare – paradossalmente - che chi ha lavorato prima ha sbagliato. Fino a prova contraria il suo predecessore era lui e ancor prima Renzi e Gentiloni, ovvero coloro i quali saranno parte integrante del nuovo “stupefacente” prossimo governo. Qualcosa non quadra. Altro che cubo di Rubik, forse ci vorrebbe un Cuba libre per capirci veramente qualcosa.  

Dalla firma unanime del “Sicurezza bis” di qualche settimana prima all’irresponsabile, casinista, autoritario ed eversivo ululato in quel di Madama. Tutti contro uno, uno contro tutti, ma la realtà dei fatti è che: il nemico del loro nemico è loro amico. Non si scappa. L’input è partito dalla capitale del Belgio (e non solo), ovvero da quelle stesse sedi istituzionali di un’Europa coercitiva, repressiva e punitiva. Giù bastonate a chi alza la testa. Giù mazzate a suon di indici a rialzo o a ribasso (dipende dal contesto) a chi non si adegua al loro sistema di potere. O tu prendi in casa 100 mila profughi all’anno o tu verrai spodestato, con le buone o con gli attacchi subdoli e criminali di un’economia sempre più assoggettata ai poteri killer dei soliti noti. Punirne pochi per addrizzarne tanti, direbbe qualcuno.

Che il club esclusivo dei super banchieri avrebbe sferrato, entro pochi mesi, la staffilata finale, Salvini lo avevo capito già da tempo. Un po’ pazzo si, ma non scemo, e quando aveva fiutato che gli avrebbero addossato la totale responsabilità di tutti i mali (financo la fame nel mondo), ha preso la tanto “incompresa” (ai più) decisione.        

Domandiamoci perche lo “spread” – magicamente - è calato anche in fase di sole consultazioni. Eppure non c’è ancora né un governo né una situazione stabile. Però il monito è chiaro. Continuate così, siete sulla retta via. Il problema è solo Salvini!!!

Lo spettro è lui. Il pericolo ha un nome e un cognome ben precisi, reo di adottare una stramaledetta politica troppo “protezionista” e poco scendiletto, invisa ai potenti d’oltralpe e, ahinoi, anche d’oltreoceano. La Pearl Harbour italica era già in atto, il piano era alla fase conclusiva, ma qualcuno ha pensato bene di fare un passo indietro per evitare scenari apocalittici a lui riconducibili.                

L’ultimo esecutivo legittimato dal voto è stato quello del lontano 2008, il Berlusconi IV. Dopo il golpe del 2011 il bel Paese non ha fatto altro che assistere inerme ad improbabili accozzaglie parlamentari e premier fantocci o – peggio ancora - a vivere in balia degli eventi. Da allora di acqua ne è passata sotto i ponti e ci siamo sempre trovati dinanzi ad un duello impari tra le due povere Italie; quella del popolo e quella del Palazzo. Quest’ultima sembra vincere anche stavolta 1 a 0 dopo il fischio del primo tempo, ma per gli inguaribili ottimisti (se mai ce ne fossero ancora), la partita non è solo lunga e aperta, ma anche piena di colpi di scena.

   

 

 

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