Il Premier Conte deve salvare la dieta mediterranea dai dazi Usa
In gioco la salute dell’intera umanità
Se il giustificato grido di dolore dei produttori di parmigiano reggiano contro i possibili dazi di Trump deve trovare una soluzione ‘politica’ a livello internazionale, pena la crisi dell’intero settore,è chiaro che il problema è molto molto più grande. A rischio vi è tutta la nostra filiera alimentare che compone quella che, nel mondo, è conosciuta ed apprezzata come ‘dieta mediterranea’.
Se i dazi venissero attuati il parmigiano potrebbe subire un aumento nel prezzo di vendita del 100%. Inimmaginabile e drammatico. Ma tutto il comparto alimentare italiano è a rischio. E quell’insieme di prodotti, ricette, coltivazioni, modus vivendi che trovi praticamente solo in Italia potrebbe venire danneggiato in maniera permanente.
La dieta mediterranea messa a rischio dai dazi Usa
Olio, vino e pane , tre prodotti che insieme a verdura, frutta, frutta secca e una piccola quantità di pesci e carni costituiscono il segreto della dieta mediterranea riconosciuta, dal 2013, non solo patrimonio immateriale mondiale dell’Unesco, ma soprattutto l’arma pù potente contro obesità.
Obesità che rappresenta una delle emergenze più gravi del nostro pianeta. Sono infatti 2 miliardi – tra adulti e bambini - le persone obese o in sovrappeso e ogni anno 4 milioni muoiono proprio a causa dell’eccesso di peso.
La dieta mediterranea è una combinazione di prodotti e ricette ad essi collegate con più di 2000 anni di storia. Un incontro di culture, produzioni locali e biodiversità difficilmente riscontrabili in altre zone del pianeta.
Uno stile di vita che è bello, buono e salutare con in testa i tre prodotti considerati quasi regali divini e in molti casi nobilitati da diverse religioni, in primis la cristiana: olio, pane e vino.
La dieta mediterranea messa a rischio dai dazi Usa
‘E’ una dieta, quella mediterranea -come sostiene Alberto Angela- nata anche da una mescola di culture differenti dell’Egeo, della cultura etrusca e di quella romana. Il risultato di un processo evolutivo alimentare semplice ed unico’.
Non furono pero’ gli europei e nemmeno gli italiani a battezzare questo stile alimentare ‘Dieta Mediterranea’ ma due scienziati americani nel 1975, Margaret Haney e Ancel Keys, che le diedero il nome riconoscendole i grandi valori salutari, soprattutto per il cuore, rispetto all’alimentazione americana.
Si fece presto a constatare come gli italiani poveri,che abitualmente mangiavano verdure e grano, avevano livelli di colesterolo completamente diversi rispetto ai ricchi americani che consumavano molta carne e molto latte.
E diversi studi successivi hanno evidenziato come la nostra dieta mediterranea riduca del 66% i problemi cardiocircolatori, del 30% gli infarti e gli ictus e del 68% il rischio di cancro al seno.
Insomma un tesoro prezioso che bisogna salvaguardare e diffondere nel mondo ad ogni costo, a dispetto dei possibili o meno dazi del Presidente americano.
In gioco la salute dell’umanità.
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