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Politica
Quarto, le carte che imbarazzano il M5S

I contatti tra il sindaco di Quarto Rosa Capuozzo e i 'capi' romani del Movimento 5 Stelle erano concentrati sulla vicenda che coinvolgeva Giovanni De Robbio, consigliere indagato e poi espulso. Sono le conversazioni avvenute tra novembre e dicembre intercettate dai carabinieri per ordine dei magistrati di Napoli — il procuratore aggiunto Giuseppe Borrelli e il sostituto Henry John Woodcock — a smentire i vertici quando dicono di non aver saputo nulla specificando che l’argomento in discussione fosse l’aumento degli stipendi deciso dal capogruppo Alessandro Nicolais, come sostenuto da Luigi Di Maio che per questo ha reso pubblici anche i messaggi whatsapp dell’epoca. Parlando al telefono con i consiglieri comunali, Capuozzo specifica più volte di aver sollecitato Di Maio e Roberto Fico a organizzare un incontro, comunque a intervenire tanto che una consigliera chiede che arrivi «per darci indicazioni». Ed esplicitamente parla dell’espulsione del collega di partito. Del resto in quelle settimane la situazione era diventata molto pesante per il primo cittadino: a trattare con il boss Alfonso Cesarano non era soltanto De Robbio, ma anche Francesco Romano, il candidato iniziale del M5S che aveva poi deciso di ritirarsi dalla corsa per un problema legato a un abuso edilizio, attraverso l’esponente del Pd Mario Ferro.

"Fico deve arrivare"

È il 15 dicembre scorso. Capuozzo - come si legge sul Corriere della Sera - parla con Daniela Monfrecola e la informa di essere «stata chiamata dall’Antimafia, due volte sono stata interrogata e il perno principale sono i collegamenti tra Giovanni De Robbio e alcune persone». Parlano a lungo, analizzano che cosa fare.

Monfrecola : «Rischia di distruggerci, quindi la mia preoccupazione è come gestirla al meglio perché una cosa è che se ne va l’assessore e una cosa che se ne va un nostro consigliere anziano, viene espulso dal Movimento...».

Capuozzo : «Si deve gestire mediaticamente in un certo modo, ma io non sono in grado di gestirla. Minimo verranno, ci spiegheranno come la dobbiamo gestire, ovviamente finché non arrivano... cercare di rimanere in silenzio senza mettere i manifesti... questo è il problema che come al solito ci arriva addosso e non siamo preparati, capito?... Prima del consiglio dobbiamo sedere al tavolo con tutti quanti... non è una cosa piacevole».

Monfrecola : «Digli a Fico di non arrivare tra una settimana perché senno noi tra una settimana non ci arriviamo, lui dovrebbe arrivare subito per darci indicazioni, che ne so».

Capuozzo : «Sì spero che venga anche Luigi («Di Maio» annotano i carabinieri) che è molto più duro».

Monfrecola : «Sì ti ho detto, questa cosa la vedo enorme, questa ci cade addosso e ci distrugge».

Il sindaco affronta l’argomento con Nicolais il giorno successivo. Lui dice di aver ricevuto un sms da Fico che gli ha detto «andate avanti». Capuozzo risponde: «Lo so che viene giù, lo so che viene», lasciando intendere di averci parlato a sua volta. Tanto che lo informa sull’esito dei colloqui con i capi: «La decisione è già stata presa». Nicolais conclude: «Quindi già si sa che sarà espulso».

Il boss e il Pd

All’interno del Movimento appare ormai evidente come i legami di alcuni di loro con il boss Alfonso Cesarano possano travolgere l’intero partito. Del resto, sulla base delle conversazioni intercettate i carabinieri scrivono: «Mario Ferro (candidato sindaco del Pd che si è ritirato dalla corsa quando il Consiglio di Stato ha escluso la lista) per conto di Cesarano funge da intermediario con la politica del Movimento 5 Stelle attraverso le figure di Francesco Romano e Giovanni De Robbio». I tre pensavano di poter manovrare la Capuozzo e invece la donna ha respinto le loro richieste di gestire alcuni affari e loro non nascondono il proprio disappunto, come si comprende bene in una conversazione del luglio scorso durante la quale Ferro afferma: «Questa qua si è montata un po’ la capuzzella».

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