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Politica
'Renzi troppo simile a Berlusconi'. Berlino discute del "caso Italia"


Perfino Martin Schulz, il presidente del Parlamento europeo, tedesco come Angela Merkel ma socialdemocratico, è rimasto stupito per l'attacco di Matteo Renzi alle banche tedesche. Quell'affondo del presidente del Consiglio non è affatto piaciuto a Berlino. Ed ecco che dalla capitale tedesca rimbalzano voci di riunioni ai massimi vertici dei partiti della Grande Coalizione che sostiene la Cancelliera (Cdu-Csu e Spd) per "valutare il caso Italia". Esattamente, dopo gli editoriali al vetriolo del Financial Times e della Frankfurter Allgemeine Zeitung, la temuta e temibile FAZ, ora è la politica tedesca a interrogarsi su cosa voglia davvero il presidente del Consiglio.

I cristiano sociali bavaresi, ovvero i più intransigenti nella linea della fermezza sui conti e del rispetto dei vincoli Ue, sono in prima linea a puntare il dito contro il governo di Roma. L'impressione, tra le stanze del potere del Bundestag, è che Renzi "stia esagerando" e che "assomigli troppo a Berlusconi". Proprio l'ex Cavaliere che veniva deriso dai sorrisi della Merkel e di Sarkozy prima della sua defenestrazione da Palazzo Chigi avvenuta nel 2011. Ufficialmente il ministero delle Finanze tedesco e la Cancelleria federale rispondono che "non commentano fatti di politica interna riguardanti altri paesi".

Ma è del tutto evidente a Francoforte come a Berlino l'"esuberanza" - così viene definita - del presidente del Consiglio cominci ad irritare non poco molti esponenti politici non solo dei cristiano-democratici ma anche dell'Spd, partito alleato del Pd al Parlamento europeo. Forse non siamo ancora agli attacchi del 2011, quando secondo molte ricostruzioni la Merkel e la Germania giocarono un ruolo chiave nella fine dell'ultimo governo Berlusconi, ma certamente nella capitale tedesca gradirebbero un cambiamento di toni da parte di Palazzo Chigi, sia attraverso una svolta 'soft' di Renzi (difficile anche per i tedeschi) sia attraverso la nascita di un nuovo governo "maggiormente amico dell'Europa e della Germania".

In sostanza in ambienti politici berlinesi si lavora a un "cambio di registro" da parte di Roma e per questo la Cancelliera conta molto sull'influenza di Sergio Mattarella e di Mario Draghi sul premier. Ma se Renzi, definito da alcune fonti del Bundestag "testardo", non cambiasse la sua posizione su Ue e Germania, la stessa Merkel potrebbe attivarsi, magari non in prima persona, per provare a capire se c'è la possibilità di arrivare all'obiettivo di un presidente del Consiglio "amico" alla Mario Monti o anche alla Enrico Letta.

Ovviamente la Germania non ha il potere di decidere sul Parlamento italiano, osservano dalla capitale tedesca, ma le scelte dell'Unione europea (in cui Berlino domina nettamente), l'andamento dei mercati finanziari (il temutissimo spread), così come le mosse della Bce (nella quale la Bundesbank conta certo di più di BankItalia) sono frecce nell'arco della Cancelleria per poter ottenere in un modo o nell'altro un cambiamento dell'atteggiamento del governo italiano. Insomma, non siamo al 2011 ma poco ci manca. E in definitiva un premier alla Delrio, tanto per intenderci, più morbido e accondiscendente con Bruxelles sarebbe certamente più gradito ai piani alti del Bundestag. Staremo a vedere.

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