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Politica
Iva, esplode la bomba a Montecitorio. Rabbia M5S, distinguo nella Lega
Foto: LaPresse

Di Alberto Maggi

Il botta e risposta tra il ministro dell'Economia Giovanni Tria e il vicepremier Luigi Di Maio sull'Iva ("Aumenta in assenza di alternative"; "Mai con noi al governo") irrompe a Montecitorio come un fulmine a ciel sereno. I più netti sono i deputati del Movimento 5 Stelle. "Di Maio lo ha zittito, le chiacchiere stanno a zero. Non se ne parla", scandisce un parlamentare di Avellino del M5S seduto sui divanetti del Transatlantico mentre aspetta l'inizio dei lavori in Aula. "Tria è l'uomo dell'Europa, quella che il 26 maggio va a casa, e parla per far star buoni i tecnocrati di Bruxelles. Ma con noi al governo le tasse non crescono. Punto", afferma un giovane deputato siciliano pentastellato mentre un caffè macchiato di corsa.

Poi tra i fedelissimi di Di Maio qualcuno avanza il sospetto che una parte della Lega stia appoggiando le uscite del titolare di Via XX Settembre. "Vuoi vedere che dietro c'è il solito Giorgetti? Vuoi vedere che puntano ad aumentano selettivo dell'Iva per finanziarsi la flat tax? Non scherziamo. Piuttosto cade il governo", sentenzia un altro parlamentare 5 Stelle del Centro Italia.

Anche in casa Lega l'argomento è tabù. "L'Iva non aumenterà. Punto", ha detto il leader della Lega. "Non possiamo aumentare le tasse. Salvini continua a ripeterlo, il nostro governo abbassa le imposte e non il contrario", spiega un giovanissimo deputato di prima nomina milanese. Anche tra i leghisti è opinione diffusa che il ministro Tria parli per rassicurare Bruxelles e Francoforte - ovvero Commissione europea e Bce - anche se è diffusa la consapevolezza che non far scattare le clausole di salvaguardia e al tempo stesso varare una prima forma di flat tax, insieme al rifinanziamento di quota 100 e del reddito di cittadinanza, è quasi una mission impossible.

E infatti alla domanda su un possibile aumento selettivo dell'Iva, quindi parziale disinnesco delle clausole e non completo, un deputato veneto del Carroccio non risponde in modo categorico come fanno i 5 Stelle e se la cava con un laconico "Eh, vediamo, vediamo...". Segno che l'ipotesi di una flat tax almeno parzialmente finanziata da un incremento dell'imposta su alcuni beni e servizi (esclusi quelli di prima necessità) viene quantomeno accarezzata dalla Lega, anche perché nella riunione congiunta di ieri sera a Montecitorio di deputati e senatori Salvini ha indicato tra le priorità del programma su cui puntare proprio la flat tax ma non l'incremento dell'Iva.

In sostanza, mentre per il M5S non esiste proprio il discorso e le clausole di salvaguardia vanno sterilizzate, nella Lega i toni sono un po' diversi: no all'aumento delle tasse, ma se un'operazione chirurgica servisse per far partire la flat tax, parliamone. Certo è che anche nel Carroccio considerano le affermazioni di Tria "fuori luogo" e "inaccettabili". Alla fine forse ha ragione un deputato leghista juventino, deluso per l'eliminazione dalla Champions contro l'Ajax, che correndo in Aula si lascia andare ad un emblematico "Sarà un'estate molto calda per il governo, molto".

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