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Politica
Klaus Davi: Salvini è un fuoriclasse. Ma dovrà trovare la quadra con Silvio


Klaus Davi, 53 anni, opinionista tra i più versatili in forza a Mediaset, non perde mai la passione per la politica. Secondo Pietrangelo Buttafuoco è stato l’“inventore” di Rosario Crocetta - portandolo alla guida del comune di Gela e poi della regione Sicilia -, ha reso più sexy Fassino durante la segreteria PD e ha seguito innumerevoli politici di tutti gli schieramenti con la sua agenzia. È autore di numerosi saggi pubblicati da Rizzoli e Marsilio sulla comunicazione. Affari Italiani lo ha intervistato sull’attualità politica:

salvini ape 2
 

Allora, Salvini è l’uomo da battere?          
«Sì, decisamente. Incredibilmente poliedrico e con una gran faccia tosta, ha dimostrato visione e polso della situazione. Lo conosco da quando era consigliere comunale. Si è formato in radio, da lì ha sviluppato un senso innato per il popolo. Ama la gente e si avverte, per questo vince».

Ma lo accusano di essere di estrema destra… 
«Stupidaggini. È un fenomeno trasversale. Parla ai ceti popolari, si sente che non li schifa. Guardate la differenza fra lui e un uomo di indubbio  peso politico  ma elitario  come  Minniti: a San Luca l’ex ministro si presentava sequestrando - di fatto - 200 agenti della Questura di Reggio Calabria,  e costringendo addirittura i dirigenti della Digos a tenerci lontani da lui. Passi che lo abbia fatto con i giornalisti, ma se poi  lo fai con quelli che ti devono votare… E infatti non l’hanno mai eletto  in Calabria. Salvini, che pure era ampiamente scortato, rompeva le righe e parlava con tutti, prendendosi anche critiche e rimostranze».

Qualche difetto?             
«A volte eccede, non c’è dubbio. Trovo molto pericolosa la politica anti-Macron. Ci sta creando danni economici. La nostra moda (e quindi le Pmi) sono legate mani e piedi alla Francia. Il  suo modo per cavalcare il malcontento e la rabbia, per creare identificazione, è una strategia, ma a volte eccede. Detto questo, non mi sento in  pericolo perché c’è Salvini al potere. Lo conosco come un tipo che ama l’azzardo ma comunque pragmatico. Alla fine lo sa anche lui che con questo sistema, da solo, non può farcela. Quindi…».

Durerà con i Cinque Stelle?            
«Credo che lo stesso Salvini non lo sappia. I grillini mi ricordano i primi Grünen. Si spaccarono dopo pochi anni e prevalsero i governativi sui fondamentalisti, cambiando la storia politica della Bundesrepublik. Però Di Maio è più tenace di quanto si possa credere».

Cosa li tiene insieme?                
«La voglia legittima di potere e, soprattutto, la massiccia denigrazione concentrica da parte dell’establishment, dell’Europa e dei media. Non abbiamo imparato veramente nulla dall’anti-berlusconismo. L’establishment appare miope, ottuso ed arrogante. Mi dà molto fastidio quando leggo pezzi denigratori  che prendono solo in giro senza entrare nel merito.  Mi ricordo quando lo facevano con Berlusconi. Scrissi un libro per Marsilio su questa perversione e venne ampiamente citato successivamente  da Luca Ricolfi».

sede pd ape
 

E il PD?               
«È il mio cruccio, perché mi ritengo un liberal che guarda alle istanze sociali. Sono schierato per i matrimoni gay, appoggio in pieno il progetto di Mimmo Lucano e, se dipendesse da me, gli immigrati avrebbero tutti il nostro passaporto. Ma non mi riconosco nell’attuale sinistra. La cosa più incredibile è che anziché capire la loro gente la ‘giudicano’. Fanno come gli intellettuali, guardano dall’alto in basso. Ma loro non sono chierici, sono politici e devono riprendere i voti perduti».

Leader a sinistra?       
«Stimo un’infinità di persone, come Roberta Pinotti, Enrico Rossi e Nichi Vendola. Minniti lo considero un vero politico con gli attributi, ma molto distante dalla gente. La mia ammirazione va anche a sindaci come Antonio Decaro a Bari e Michele Tripodi, primo cittadino di Polistena. Apprezzo la competenza di Emanuele Fiano, uno magari non sempre simpatico ma veramente preparato».

La cosa che le ha dato più fastidio?              
«Il caso del ponte Morandi di Genova. Una porcheria legittimata dai vari Massimo D’Alema,  Romano Prodi ed Enrico Letta. Un uomo corretto,  intelligente e onesto come Maurizio Martina dice “ricominciamo dalla gente”. Peccato che poi si guardino bene dal costituirsi parte civile contro i presunti   autori del disastro».

E la Boschi?          
«Sembrava una ragazza intelligente, mi è cascata a San Luca. È venuta per una causa sacrosanta, facendo però spendere allo Stato  milioni di euro tra  jet di stato, scorte e codazzi vari per mirabolanti inaugurazioni. Con quei soldi pagati dagli italiani avremmo aperto una biblioteca e finanziato almeno 100 borse di studio. Vergognoso. Io in Calabria ci vado a mie spese. Dovrei avvertire la Questura ma  per rispetto non lo faccio perché non voglio che lo Stato spenda soldi solo perche sto facendo il mio lavoro».

Cosa succederà dopo le europee?                
«Bisogna vedere dove andranno i voti. Se il M5S dovesse subire un tracollo, allora si riaprirebbero le danze. Molto dipende anche dall’opposizione, al momento poco incisiva. Si sono incartati sui migranti e non ne escono. Un tempo l’opposizione la sapevano fare eccome».

E Silvio?                   
«Salvini è anche un po’ un prodotto di Silvio. Io scommetto sulla ridefinizione del centro destra e su una fusione tra M5S e PD, ma non nell’immediato. Penso che Silvio e Matteo saranno  costretti a tornare insieme. Berlusconi non va mai sottovalutato, e Salvini lo sa».

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