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Politica
Ko a Lecce, Taranto e Martina Franca

Lecce, Taranto e Martina Franca. Lì dove al ballottaggio c’era un candidato di centrodestra più o meno chiaramente riferibile a Raffaele Fitto il centrodestra ha perso. Non sconfitte ma fallimenti. A Lecce viene consegnata, dopo 22 anni di centrodestra, l’amministrazione della città al centrosinistra, con Salvemini che va sulla poltrona che fu, tra l’altro, del padre e dove Giliberti, del centrodestra, era parso da subito non in grado di reggere con la personalità dell’avversario.

A Taranto, la sconfitta di Stefania Baldassari (centrodestra) contro Rinaldo Melucci (centrosinistra) è di misura ma di altra batosta si tratta, perché nel capoluogo ionico sono stati bocciati praticamente tutti, visto che a votare, due tarantini su tre, non sono andati. Bocciata fra i bocciati, insomma, Baldassari.

C’è poi il caso di Martina Franca, in cui Franco Ancona (centrosinistra) è il primo sindaco a farcela per due volte e, in questo caso, la conferma passa attraverso la sconfitta di Eligio Pizzigallo, candidato grosso modo riferibile alla parte fittiana del centrodestra. Il centrodestra di Martina Franca: una coalizione con un consenso potenziale di due terzi dell’elettorato e che ha perso, con tale potenziale, per due volte consecutive. Era impossibile, più che difficile: ci sono riusciti. Adesso è improcrastinabile un vero ricambio, da queste macerie.

Ottima affermazione del movimento 5 stelle, ai ballottaggi di ieri: a Canosa di Puglia, Mottola e Santeramo in Colle, i pentastellati conquistano le amministrazioni comunali. Anche in questi casi, rispettivamente con Morra, Barulli e Baldassarre, prevalendo su candidati del centrodestra.

LA SCONFITTA DEL CENTRODESTRA A LECCE - Il centrosinistra vince le elezioni a Lecce dopo ventidue anni, grazie all'allargamento della coalizione che ha portato Carlo Salvemini sulla poltrona che nel 1995 fu del padre Stefano. Il neosindaco ha ottenuto il 54,76% di preferenze, contro il 45,24% di Mauro Giliberti, giornalista candidato del centrodestra. Ribaltato il risultato del primo turno, quando Salvemini si era fermato al 28,90% e Giliberti aveva raggiunto il 45,29%. Determinante, per la vittoria del centrosinistra, l'apparentamento con Alessandro Delli Noci, ex assessore della giunta del sindaco uscente di centrodestra Paolo Perrone, candidato con sei liste civiche, che l'11 giugno avevano raggiunto il 16,90% di voti. Il patto di ferro Delli Noci-Salvemini e' stato rispettato dagli elettori del primo, nonostante lo scetticismo di coloro che ritenevano improbabile il voto al candidato del centrosinistra da parte dei sostenitori dell'ex assessore del centrodestra. In base agli accordi pre-ballottaggio, Delli Noci diventera' vicesindaco e il suo movimento potra' esprimere almeno altri due assessori nella nuova giunta. Il vero problema, pero', riguardera' la composizione del Consiglio comunale e la governabilita' della citta', considerato che le liste del centrodestra al primo turno hanno raggiunto il 52% delle preferenze e conquistato 17 seggi su 32. Si concretizza, in tal modo, il caso detto "dell'anatra zoppa", ovvero di una giunta non supportata da maggioranza in Consiglio, che potrebbe avere seri problemi a portare avanti un progetto di governo della citta'. Rispetto a tali questioni si e' mostrato fiducioso, nella notte, il senatore Dario Stefano, che ha atteso la fine dello scrutinio insieme a Salvemini nel suo comitato e poi ha partecipato ai festeggiamenti in piazza Sant'Oronzo, insieme alla viceministra Teresa Bellanova, all'assessore regionale all'Innovazione Loredana Capone ed ai parlamentari del Pd Salvatore Capone e Federico Massa.

Secondo alcune interpretazioni, alla coalizione vincente potrebbe essere assegnato un premio di maggioranza finalizzato a consentire la governabilita', in virtu' di alcune sentenze emesse negli anni passati su ricorso amministrativo di sindaci di diverse citta' d'Italia, che non avevano la maggioranza in Consiglio. Tale questione sara' comunque affrontata nelle prossime ore dalla coalizione vincente. L'intento di Carlo Salvemini e' infatti quello di mettere subito mano agli impegni presi in campagna elettorale, come ha detto nel primo comizio, improvvisato nella notte davanti a migliaia di sostenitori. "A Lecce si percepiva una voglia di cambiamento - ha detto - che abbiamo capito e rafforzato ogni giorno. C'e' una comunita' che aspettava da tempo questo risultato, dopo i festeggiamenti riprenderemo l'agenda politica, seguendo le priorita' scandite in campagna elettorale, per dare cinque anni di buon governo alla citta'. Io mi pongo un obiettivo di mandato non mi schiaccio sull'agenda dei primi cento giorni". Salvemini ha fatto inoltre i complimenti a Giliberti "per la competizione leale portata avanti", augurandosi "di averlo in consiglio con lo stesso spirito collaborativo e di impegno per il futuro della citta'". Giliberti, dal canto suo, ha ringraziato gli elettori tramite un post pubblicato su facebook quando, durante la notte, il risultato dello scrutinio e' diventato definitivo: "Grazie a tutti, ora ci sia una pacificazione in citta'. Per il bene di tutti". Gli ultimi giorni della campagna elettorale, del resto, a Lecce erano stati scanditi da accuse durissime tra i sostenitori dei due candidati, in testa il sindaco uscente Paolo Perrone, che ha scritto lettere al vetriolo ad Alessandro Delli Noci, accusandolo di "tradimento", e a Carlo Salvemini. Delli Noci, dal canto suo, ha sempre spiegato la scelta di appoggiare Salvemini con "la necessita' di mandare a casa la coalizione che da venti anni amministra la citta'", tacciata di avere realizzato "un sistema di governo sempre piu' clientelare".

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