L'autonomia? A Natale (se va bene). Ma Salvini, "sudista", non alza i toni...
Altro che accordo vicino sull'autonomia regionale... I testi sono completamente diversi
Altro che "ci siamo quasi", come ha detto il presidente del Consiglio Giuseppe Conte incontrando a Milano nei giorni scorsi il Governatore della Lombardia Attilio Fontana. Sull'autonomia regionale al Veneto, alla Lombardia e all’Emilia Romagna - per usare le parole di un colonnello leghista che ha avuto modo di leggere e studiare approfonditamente i testi - siamo in alto mare. E, se va bene, se ne parla in autunno inoltrato o a Natale.
Tanto per cominciare le bozze di accordo delle due Regioni a guida leghista divergono tra loro, con quella messa a punto dalla giunta guidata da Luca Zaia più "spinta" in senso federalista di quella del mite Fontana. Ma il punto chiave sono le profonde differenze con il testo di Palazzo Chigi. Differenze che le numerosi riunioni non sono state in grado di colmare. I punti chiave sui quali la distanza è totale sono quasi tutti di ministeri targati 5 Stelle: giustizia, infrastrutture e trasporti, sanità e ambiente. Oltre al tema della scuola/istruzione sul quale Luigi Di Maio ha già detto che l'autonomia sarà pari a "zero".
E Matteo Salvini che fa? Non farà cadere il governo sul federalismo, assicurano fonti del Carroccio. Si tratta infatti di un tema "divisivo" che interessa i militanti leghisti, ma neanche tutti, ovvero solo quelli del lombardo-veneto (soprattutto delle valli come quelle bergamasche, bresciane e vicentine). Il ministro dell'Interno minaccia la crisi sul Dl Sicurezza bis o sulla Flat tax e litiga con il premier e il M5S sul caso Russia, ma sull'autonomia regionale è sempre morbido e conciliante. Anche perché - ricordano da Via Bellerio - la Lega di oggi vale il 20% al Sud e il 30 al Centro e quindi non ha più al centro della sua azione politica il tema dell'autonomia regionale come era ai tempi di Umberto Bossi e Gianfranco Miglio.
Senza considerare che Salvini sa perfettamente che tra i 5 Stelle c'è una cospicua fronda sudista che, specie al Senato, rischia di affossare il provvedimento. E la rabbia di Zaia e Fontana? "Ne parlassero con Salvini che dopo le Europee non ha voluto andare al voto...", si lascia scappare un big leghista che non ha mai digerito l'alleanza di governo con i pentastellati. E i mal di pancia dell’antica, ma sempre viva, Lega Nord per l’indipendenza della Padania sono destinati a crescere enormemente.
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