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Politica
Orsa uccisa in Abruzzo, il caso diventa politico: governo sotto accusa
Orsa uccisa in Abruzzo

Orsa uccisa in Abruzzo, a rischio i suoi due cuccioli: il Wwf si costituirà parte civile 

A poche ore dalla notizia dell'uccisione di una femmina di orso marsicano in Abruzzo, il caso irrompe nel dibattito politico e sul tavolo della principale associazione italiana a difesa degli animali (Wwf). A prendere parola per primo il ministro dell’Ambiente e della Sicurezza energetica, Gilberto Pichetto Fratin.

“L’uccisione di una femmina di orso marsicano rappresenta un episodio grave, sui cui è doveroso fare quanto prima chiarezza. Sono in costante contatto con tutti i soggetti istituzionali che in queste ore lavorano per far luce sulla vicenda: è necessario adesso il massimo coordinamento tra ministero, Regioni, Ente Parco, Ispra, Cufa, sindaci e prefetti", ha detto Pichetto Fratin. "Il nostro impegno è rivolto anche alla protezione dei cuccioli dell’orsa, facendo di tutto affinché possano restare in libertà. Invito infine a moltiplicare l’impegno nell’osservare comportamenti corretti per prevenire ogni possibile conflitto tra gli animali e le persone”, ha sottolineato il ministro. Un atto grave appunto che non può che far tornare in mente il caso di Jj4, l'orsa che ha ucciso il runner Andrea Papi lo scorso aprile nei boschi di Caldes, in Trentino. 

LEGGI ANCHE: Amarena uccisa a fucilate, i social impazziscono, svelato il nome del “killer”

Orsa uccisa in Abruzzo, Evi (Avs): "Governo responsabile morale dell'uccisione dell'orso Amarena" 

Ma non solo il ministro Fratin. Il caso ha mobilitato diverse parti politiche, tra le quali Eleonora Evi, deputata AVS e co-portavoce nazionale di Europa Verde, che ha sottolineato la netta responsabilità del governo in tale vicenda. “Uccisa l’orsa Amarena a colpi di fucile. Ecco le conseguenze drammatiche di questo governo che ha dato il via alla caccia libera come fossimo nel far west consentendo di uccidere animali selvatici anche in aree urbane e protette. Questo governo è il responsabile morale di azioni gravissime come questa, in cui un uomo si sente libero di imbracciare un fucile e sparare ad uno dei pochi esemplari femmina del Parco Nazionale d’Abruzzo, Lazio e Molise, che non aveva mai causato alcun problema alle persone. Tutto questo deve essere fermato". 

Orsa uccisa in Abruzzo, M5S: "Gesto sconsiderato, più rispetto e no ai grilletti facili" 

A prendere parola anche  senatori e deputati del Movimento 5 Stelle che in commissione Agricoltura hanno dichiarato: "La notizia dell'uccisione dell'orsa Amarena in Abruzzo ci lascia profondamente sgomenti e addolorati. Ma soprattutto fa suonare l'ennesimo campanello d'allarme a proposito della convivenza con questi splendidi animali". "L'orsa in questione - hanno proseguito - era nota per le sue incursioni nei centri abitati e non era mai stata aggressiva nei confronti dell'uomo. Nei pochissimi casi in cui aveva compiuto danni a coltivazioni, questi erano stati prontamente risarciti dal Parco Nazionale d'Abruzzo, Lazio e Molise. Si tratta, insomma, di un gesto sconsiderato, ingiustificato e inaccettabile. E ci dice molto di quanto deleterie possano essere le campagne mediatiche e politiche portate avanti per l'uccisione degli orsi, come ad esempio quella di Fugatti in Trentino". "Dobbiamo continuare a lavorare nel segno del rispetto degli animali e della convivenza con la fauna selvatica, cui spesso siamo noi ad arrecare problemi, ed evitare di creare un clima da far west e da grilletti facili", hanno concluso.

Orsa uccisa in Abruzzo, ora a rischio i suoi due cuccioli. Il Wwf si costituirà parte civile 

Infine, a intervenire sul caso anche il Wwf Italia. Luciano Di Tizio, presidente dell'associazione, ha sottolineato come il crimine-di natura gravissimo e ingiustificabile- sia "frutto di una costante campagna d’odio verso la fauna selvatica". Per questo motivo, ha annunciato, "ci costituiremo parte civile, ma il responsabile rischia di cavarsela con poco. Occorre una risposta forte da parte di tutti”. 

L'appello del Wwf 


"Una notizia terribile e un evento che rischiano di vanificare gli sforzi per la conservazione dell’orso bruno marsicano, il plantigrado più raro d’Europa. La notizia dell’uccisione di Amarena, orsa diventata suo malgrado prima star dei social e oggi simbolo della violenza insensata con cui qualcuno si rapporta alla natura, rappresenta un duro colpo per le speranze di sopravvivenza dell’orso in Appennino.

Amarena, una femmina di orso marsicano conosciuta dalle popolazioni locali e dal grande pubblico per le sue visite nei  centri abitati in Abruzzo e oggetto di curiosità fin dal 2020 quando più volte fu avvistata con i suoi quattro cuccioli, è stata uccisa questa notte nei pressi di San Benedetto dei Marsi (AQ) da un colpo di arma da fuoco. L’uomo che ha sparato è stato già identificato dalle guardie del Parco Nazionale d’Abruzzo, Lazio e Molise e dai Carabinieri. 

Quest’estate Amarena era stata avvistata e ripresa con due cuccioli dell’anno, ad oggi non ancora autosufficienti e il cui destino è dunque a forte rischio (i cuccioli di orso restano generalmente circa un anno e mezzo con la madre). Per questo il Parco si è già attivato per la loro ricerca ma non sarà facile ottenere risultati.

Oggi ad essere uccisa da un colpo di fucile e dall’ignoranza è una delle femmine di orso più prolifiche della storia recente della residua popolazione di orso marsicano. Un’orsa confidente, ma del tutto pacifica, Amarena era entrata nell’immaginario collettivo ed era divenuta orgoglio di una terra che ha nell’orso un simbolo della sua natura e della ricchezza del suo territorio.

È necessario che le indagini di magistratura e forze dell’ordine accertino rapidamente come si sono svolti i fatti.  Nel nostro Paese, purtroppo, le leggi non sono idonee a punire in maniera adeguata i responsabili di gesti tanto efferati, e anche quelle esistenti non vengono quasi mai applicate rigorosamente. È tempo di adeguare l’efficacia del sistema sanzionatorio e di investire sulla vigilanza del territorio in funzione preventiva e repressiva.  Il WWF  che sta lavorando con forza per  la conservazione di questa popolazione unica al mondo, attraverso la campagna Orso 2x50, la sua Oasi delle Gole del Sagittario ad Anversa degli Abruzzi e il Progetto Life Arcprom, intende costituirsi parte civile.

Questo drammatico atto di bracconaggio è anche conseguenza di un’azione sistematica di disinformazione che riguarda la convivenza tra uomo e grandi carnivori e più in generale tra uomo e natura” dichiara Luciano Di Tizio, Presidente del WWF Italia che aggiunge: "Siamo di fronte ad un’operazione che sta entrando sempre più spesso nell’arena della propaganda politica, con tutte le distorsioni che ne conseguono.

Oltre a quelle dell’autore di questo atto è dunque necessario individuare anche le responsabilità di chi, quotidianamente, in settori del mondo politico, venatorio e agricolo, alimenta irresponsabilmente e strumentalmente sentimenti di paura e giustifica o istiga all’uso del fucile come unica soluzione. Dobbiamo reagire a tutto questo e lanciamo un appello affinché tutti gli amanti della natura e della convivenza tra attività umane e fauna selvatica si diano appuntamento già la prossima settimana nel Parco Nazionale d’Abruzzo, Lazio e Molise per ribadire la necessità di tutelare il nostro straordinario patrimonio di biodiversità. 

L’Italia, ce lo dicono i tanti sondaggi, le manifestazioni e anche le comunicazioni che riceviamo ogni giorno, è un Paese ricco di persone che credono nell’importanza e nella bellezza della natura.

È necessaria un’azione forte per rilanciare il messaggio di tutela del nostro territorio e dei suoi abitanti, umani e non, i cui destini sono legati in modo imprescindibile, come ormai ampiamente dimostrato. E questa è una specifica responsabilità non solo delle associazioni ambientaliste ma in primis dello Stato, in tutte le sue articolazioni". 

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