L'ultima di Di Maio dopo l'attacco a Rousseau: è colpa della Rete
Clamoroso scarico di responabilità
Il più che probabile candidato alla guida dell'Italia per il M5S è Luigi Di Maio, vicepresidente della Camera.
Il fatto è che Di Maio inanella da tempo immemorabile una sfilza di affermazioni assai dubbie.
L’ultima in ordine di tempo riguarda il fatto è che l’attacco alla piattaforma Rousseau che ha portato alla pubblicazione di dati sensibili non è dovuta ad imperizia delle difese informatiche pentastellate, ma alla debolezza della Rete italiana.
Mai una volta che il grillino si prenda una responsabilità. È sempre colpa degli altri. Oggi giustamente Marco Taradash nella rassegna stampa di Radio Radicale faceva notare come sul web circoli una moneta virtuale, il bitcoin, che permette transazione assolutamente sicure e che quindi l’affermazione di Di Maio era quanto meno singolare.
Inutile soffermarsi su quando Di Maio diceva di aver parlato con l’ambasciata francese per l’invio dei Canadair antincendi e fu smentito dallo stesso personale diplomatico o quando suscitò accese polemiche internazionali con affermazioni provocatorie e non corrette sui “rumeni criminali” o quando disse che Pinochet era venezuelano, il tutto condito da scivoloni sui congiuntivi. L’elenco è lungo e chiunque si può informare in Rete.
Un buon prontuario, anche specifico, è qui:
http://www.quotidiano.net/politica/di-maio-harvard-1.3090703
Il problema politico è se nelle condizioni dell’Italia ci si può permettere che figure come Di Maio governino. Quello che succede a Roma può essere solo l’antipasto di quello che accadrebbe all’intera Italia; è meglio parlarne prima.