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Politica
La ministra Fedeli vuole che tutti studino, non come lei

La ministra della Pubblica istruzione, Valeria Fedeli, ha un vizio di fondo, un po’ come il gargarozzo di Adamo e riguarda il fatto che non è laureata. Poco importa, si dirà anche se un po’ di effetto lo fa che il vertice che dovrebbe guidare la ricerca nucleare e gli studi di linguistica comparata non abbia ottemperato alla bisogna quando era l’ora.

Ma non importa, appunto. Siamo in Italia.

Ma purtroppo per la rossa ministra (in tutti i sensi) e sindacalista non ha neppure il diploma di maturità, ma solo quello triennale (forse qualcuno potrebbe pensare che per questo ha introdotto la riforma del quadriennale?).

E questo, indubbiamente, conta molto perché ormai almeno un diploma di maturità ce l’hanno in molti, ma non il ministro dell’Istruzione.

Tuttavia, la ministra, quando fu eletta all’alta carica, mise nel suo cv che era laureata:

http://www.iltempo.it/politica/2016/12/14/news/il-ministro-valeria-fedeli-sbianchetta-il-curriculum-e-scompare-la-laurea-1024291/

Poi, quando sorsero le inevitabili polemiche, fece “sbianchettare tutto”.

Insomma, il rapporto della più alta carica della istruzione in Italia è conflittuale proprio con (i suoi) diplomi e lauree.

Ecco perché la recentissima uscita sul fatto che bisogna che i giovani studino e che occorra innalzare l’età dell’obbligo a 18 anni suona un po’ come -con rispetto parlando- una presa per i fondelli per i giovani che hanno di fronte a loro, tra l’altro, la minaccia di anni di disoccupazione intellettuale e non.

Forse la ministra dovrebbe esporsi di meno e lavorare di più sui problemi -tantissimi- della nostra scuola come le cattedre ancora vacanti a inizio anno imminente e l’atavica disorganizzazione dei nostri istituti scolastici.

 

Tags:
valeria fedeliobbligo a 18 anni





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