La Polverini scende in campo contro la Meloni. La Re(nata) è nuda?

di Giuseppe Vatinno

Questa mattina una agenzia stampa di Renata Polverini ribadisce, dopo l’intervista sempre di oggi sul Corriere della Sera, che la strana guerra nel centro - destra fatta di ricatti, minacce e blandizie, è (ri)cominciata.

La tesi dell’ ex pasionaria sindacale è suppergiù questa: la Meloni si allontana dalla destra in cui ha sempre militato per colpa di Salvini e dovrebbe tornare da noi, che invece la destra la rappresentiamo coerentemente.

La prima elementare osservazione è: ma se la “destra” che dice di rappresentare la Polverini sta con il comunista Alfio Martini, rampollo radical – chic di una famiglia di costruttori così rossi da essere chiamati “calce e martello”, che destra è?

Ma soprattutto chi è Renata Polverini?

La sua carriera si svolge inizialmente nell’ Unione Generale del lavoro (Ugl) il sindacato di destra di cui scala tutte le posizioni fino a divenirne nel 2006 segretario generale, proprio lei figlia di una delegata dell’ ex Cisnal (da cui nacque l’ Ugl).

Nel marzo del 2010 diviene Presidente della Regione Lazio (dopo un clamoroso pasticcio ed esclusione della lista del PdL che finisce per favorirla), ma già nel 2012, dopo solo due anni di mandato, si dimette a causa gli scandali scoppiati in Regione attorno al caso del consigliere regionale Pdl Franco Fiorito detto er Batman e relativo utilizzo allegrissimo di fondi pubblici, ,  nato da un esposto del consigliere regionale ed ex coordinatore per il Pdl Francesco Battistoni.

Nel 2013, come spesso avviene in questo mondo ingiusto e crudele, per “premio risarcitorio”, viene eletta Deputato nel Pdl, per poi confluire in FI quando la colazione si rompe.

Dal punto di vista mediatico la sua è una storia esemplificativa; coccolata dai talk – show di sinistra ( per un certo periodo pare addirittura veltroniana)  depone la camicia nera e compare la gonnella rossa che però, una volta eletta alla Regione Lazio, scompare rapidamente (si potrebbe chiamare un utilizzo tattico del rosso).

La Polverini, oltre allo scandalo Fiorito, è stata coinvolta in una polemica sulla sua abitazione all’Aventino in una casa popolare Ater (di cui lei aveva nominato i vertici) a prezzo irrisorio che aveva abitato con l’ex marito

Ma torniamo alla cronaca.

La Polverini dice che la “vera destra” è Marchini e non quella della Meloni – Salvini.Ora, indipendentemente da qualsiasi passione politica o di parte, tutto si può dire tranne che questa affermazione sia corretta: la “vera” destra, intesa in senso radicale o estremista e quindi appunto “vera”, non può essere che quella della Meloni – Salvini.

Poi può piacere o no ma questa è la cocciutaggine dei fatti.

Come di Marchini tutto si può dire, tranne che sia connotato da elementi di destra; non solo la sua stessa storia familiare sta lì a dimostrarlo ma anche la sua storia personale.

Marchini, nel 2013, cercò di partecipare alla primarie del Pd ma poi, a firme raccolte, fece uno strana marcia indietro; Marchini è stato co-fondatore di Italiani Europei il think tank di Massimo D’Alema; Marchini ha in squadra Alessandro Onorato,  eletto con Veltroni in Campidoglio.

Insomma, è vero che ormai la politica è campo dominato da affermazioni paradossali che trovano prateria mediatiche sterminate ma ogni tanto qualcuno dovrebbe alzare sommessamente (o meno) un dito per fare notare l’ impudica nudità del Re, anzi della Re(nata).