Le lacrime della Mogherini rappresentano la forza dell’Islam
Di Ernesto Vergani
Federica Mogherini, alto rappresentante Ue, piange in tv dopo gli attentati terroristici di Bruxelles.
Segue disapprovazione del candidato sindaco di Roma, Guido Bertolaso: "Trovo imbarazzante che il ministro degli Esteri dell'Ue si metta a piangere dopo un attentato del genere, il ministro dovrebbe far vedere che non abbiamo paura e che non ci facciamo intimidire. Ora si dirà che sono maschilista…”.
Denuncia anche della candidata al Campidoglio di Fratelli d’Italia, Giorgia Meloni: “Mi vergogno di essere rappresentata da lei. È il simbolo di un'Europa debole, molle e incapace davanti agli attacchi che subisce. Mi auguro che la Mogherini, dopo questa figuraccia, voglia dimettersi”.
Le lacrime, oltre che espressione di stress ed emozione negativa, possono esserlo anche di gioia ed emozione positiva. Le lacrime sono caratteristica né maschile né femminile e quindi quella di Bertolaso è un auto-accusa di maschilismo nel senso che sembrerebbe misconoscere l’uguaglianza di uomini e donne rispetto alle lacrime.
Più vicino al vero, il ragionamento di entrambi, Bertolaso e Meloni, nel senso che nella fattispecie le lacrime rappresentano un segno di debolezza non tanto di per se stesse, e nei confronti degli occidentali, ma per come possono guardare a esse gli islamici che stanno facendo la guerra all’Occidente: persone intellettualmente e anche a livello di intelligenza limitate.
Per andare oltre, e provare a fare una diversa lettura, le lacrime della Mogherini possono essere la dimostrazione del perché, antropologicamente parlando, l’Islam, questo degli integralisti e dell’Isis, sta colpendo duramente l’Occidente. Le lacrime della Mogherini agli occhi di un islamico (ma anche di un indù tradizionalista) sono sinonimo di confusione, dubbio, emotività, costernazione dell’Occidente secolarizzato. Dall’altra parte l’Islam è basato esattamente su elementi opposti: lucidità, certezza, impassibilità, fiducia.