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Politica
Lega, Giorgetti corregge Salvini sui migranti. La Lega non è più un monolite?
LaPresse

"L'ha sparata grossa, ora l'importante è che non ne arrivino più". Parole chiare. Nette. E per nulla sibilline, almeno questa volta. Il sottosegretario alla presidenza del Consiglio, Giancarlo Giorgetti, interviene sul tema immigrazione per correggere il ministro dell'Interno e segretario del suo partito, Matteo Salvini, che in campagna elettorale aveva parlato di "500 mila rimpatri" di clandestini.

E' la seconda volta che il numero due del Carroccio aggiusta il tiro del leader leghista. La prima volta era accaduta al Meeting di Rimini quando Giorgetti si era espresso non a favore della nazionalizzazione di Autostrade mentre Salvini si schierava dalla parte di Di Maio per il ritorno del controllo dello Stato. Questa volta, intervistato da Peter Gomez alla festa de Il Fatto Quotidiano, su Autostrade Giorgetti ha affermato che il primo obiettivo "è la revoca della concessione: "poi discuteremo politicamente come procedere" sulla gestione della rete autostradale. "Il fatto è talmente eclatante" e che "la responsabilità di Autostrade appare evidente. La vedo difficile pensarla diversamente". E sulla nazionalizzazione con Anas, il sottosegretario ribadisce i suoi dubbi: "Dubito che Anas abbia le strutture tecniche adeguate, in questo momento, per gestire le autostrade".

Le parole di Giorgetti hanno reso vita facile all'opposizione di sinistra per attaccare Salvini. "#Giorgetti sconfessa #Salvini sul rimpatrio di 500 mila immigrati clandestini. Lo fa in modo clamoroso, senza giri di parole. E' la prova che la propaganda a cui credono tanti italiani e' vuota, il tempo sara' galantuomo". Lo scrive su Twitter il senatore Pd Ernesto Magorno.  "Quelle sparate in campagna elettorale da #Salvini erano solo balle! Bene che lo ammettano anche tra loro! Altro che #GovernoDelCambiamento!". Lo scrive su Twitter la senatrice del Pd Monica Cirinnà. "Apprezziamo la sincerità con cui Giorgetti sbugiarda il suo leader Salvini sulle cifre dei rimpatri raccontate in campagna elettorale. Ci preoccupa però che l'Italia abbia un mentitore professionista in un ministero chiave". Così il senatore del Pd Dario Stefàno.

Ma che cosa sta succedendo nell'esecutivo e nella Lega? Prima di tutto va detto che l'unico nel Carroccio che ha la forza e l'autorevolezza per smarcarsi da Salvini è proprio Giorgetti. In realtà - spiegano fonti qualificate ad Affaritaliani.it - "non si tratta di una lite o di uno strappo" ma comunque di "punti di vista differenti e di un linguaggio non sempre univoco". In sostanza Giorgetti decide di volta quando e come intervenire, prima sulle infrastrutture poi sui migranti, per smussare gli angoli di un Salvini evidentemente a suo avviso troppo esuberante. C'è chi parla di gioco delle parti concordato in modo tale da far apparire la Lega non come un monolite ma anche come un partito in grado di esprimere posizioni moderate. C'è però anche chi nel Carroccio parla di "visioni non del tutto concordi" che vanno al di là di una semplice differenza di stile e di comunicazione.

Da segnalare, comunque, che Giorgetti - proprio per mischiare le carte - ha anche rilasciato un'affermazione molto salviniana sull'Europa. "Sforare il 3%? Se è necessario per mettere in sicurezza il Paese, anche sì. Credo che sia interesse anche dell'Europa". Un colpo al cerchio, un colpo alla botte.

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