Politica
Lega, Giorgetti fuori dal governo e in Europa? Molti indizi. Così Salvini...
Commissario europeo, Giorgetti resta in pole position. E per Palazzo Chigi si scaldano... Inside
Giancarlo Giorgetti non è mai stato un tipo di politico che si lancia a capofitto in una nuova avventura. GG, così lo chiamano da sempre in Lega, ha un carattere schivo, introverso e riflessivo. E, da padano doc, di Cazzago Brabbia (Varese), sposa in pieno il detto lombardo 'mai fare il passo più lungo della gamba'. Ma il sottosegretario alla presidenza del Consiglio è anche un soldato. Un soldato leale che come Garibaldi sa quando è il momento di pronunciare, magari obtorto collo, la parola 'obbedisco'.
Giorgetti ha avuto in più di un'occasione la possibilità di diventare segretario federale, prima dopo l'uscita di scena di Umberto Bossi e poi dopo le dimissioni di Roberto Maroni. Ma ha sempre preferito restare dietro le quinte e nella penombra, anche perché - ed è lui stesso a dirlo - in televisione non rende bene, non buca il video, come invece sa fare perfettamente Matteo Salvini. GG non ha mai avuto e non ha tutt'ora un portavoce e centellina al massimo le sue uscite sui giornali e in tv.
Ama l'ironia e l'auto-ironia, come quando ha silurato tra il serio e il faceto Claudio Borghi e i miniBot, salvo poi dichiarare ad Affaritaliani.it di non capire perché la stampa si attacca a ogni dichiarazione anche quando è evidente il tono scherzoso. Parole che hanno spiazzato anche molti leghisti.
Giorgetti non voleva fare il presidente della Commissione Bilancio, ma lo è stato per tantissimi anni su esplicita richiesta del Senatùr, conquistandosi la stima e la fiducia anche di molti deputati del Centrosinistra. E come dimenticare i due mandati da segretario della Lega Lombarda, il cuore della vecchia Lega Nord. Il primo accettato forse di buon grado, ma il secondo subito. Eppure serviva, in momenti difficilissimi per il Carroccio, e ha detto sì.
Adesso è arrivato il momento della svolta decisiva. Nella nuova Commissione europea si è aperto, dopo l'ottimo risultato del 26 maggio, uno spazio per un ruolo storico per il Carroccio: quello di commissario alla concorrenza e di vice-presidente. Una poltrona fondamentale visto che lo stesso ministro dell'Interno sono anni che ripete che il vero cambiamento si fa a Bruxelles e non più, o non solo, a Roma.
E nella Lega, come confermano numerosi deputati e senatori contattati da Affaritaliani.it, l'unica figura spendibile e con lo standing necessario è proprio quella di GG (che, dettaglio non trascurabile, è amico del presidente uscente della Bce Mario Draghi). Anche perché non c'è una dichiarazione in cui parla di uscita dall'euro, anche quando Salvini insieme a Borghi organizzava il 'bastaeurotour' e parlava di moneta criminale.
Lui si è subito chiamato fuori, dicendo che non è il suo mestiere e che in Europa non ci andrà. Poi però ha scelto la via del silenzio senza più ribadire il mantra del "lo escludo"; e già questo è un segnale (per chi lo conosce bene) che qualcosa sta cambiando. Anche perché da Via Bellerio fanno sapere che sarà sicuramente un esponente della Lega smentendo categoricamente le voci che portavano a nomi come quelli di Tremonti, Moavero o Siniscalco.
Troppo importante per Salvini non perdere il treno che rischia di non passare mai più. E anche i rumor che indicavano come commissario Ue il ministro delle Politiche Agricole Gian Marco Centinaio si stanno sciogliendo come neve al sole. Primo perché il diretto interessato ha spiegato di voler restare lì dov'è e secondo (elemento chiave) perché, probabilmente, l'ex capogruppo al Senato della Lega non avrebbe l'ok del Parlamento europeo che , al 70-80%, vede come fumo negli occhi i sovranisti italici.
Il rischio di una clamorosa bocciatura come quella che subì Rocco Buttiglione è forte e Salvini non vuole correre rischi. L'altro nome di peso che gira tra i leghisti è quello del Governatore Luca Zaia, ex ministro delle Politiche Agricole. Ma fonti qualificate della Liga assicurano che il presidente del Veneto ha già comunicato a Salvini la sua indisponibilità legata anche alla decisione di ricandidarsi il prossimo anno alle elezioni regionali per applicare la tanto agognata autonomia (con la speranza che per il 2020 sia entrata in vigore).
E quindi, per usare le parole di un deputato leghista milanese molto influente ai piani alti di Via Bellerio, "c'è solo Giancarlo". E GG alla fine starebbe cambiando posizione rispetto al no secco iniziale, che ha imbarazzato non poco il segretario/vicepremier che proprio su di lui aveva detto di puntare, anche perché il ruolo di sottosegretario alla presidenza del Consiglio - come spiega chi lo conosce bene - lo ha logorato e reso molto, molto stanco.
Giorgetti è il punto di riferimento politico di ministri, sottosegretari, capigruppo e semplici parlamentari leghisti. Quando c'è una grana da risolvere o una possibile frizione nel governo o nella maggioranza ci si rivolge a lui, spiegano fonti del Carroccio. Senza dimenticare che GG è spesso finito nel mirino del Movimento 5 Stelle, in realtà anche per colpa del suo modo di operare e delle sue dichiarazioni a volte sorprendenti ed estemporanee.
Una situazione alla lunga insostenibile e, tanto per capire, la partita delle Olimpiadi Invernali 2026 vinte da Milano e Cortina è stata per il Gianni Letta della Lega anche un modo per evadere dallo stress di Palazzo Chigi e per allontanarsi da polemiche e problemi. Per Salvini il trasloco di GG in Europa sarebbe un modo per togliersi una figura certamente importante ma spesso anche ingombrante che finisce per frenare l'azione dell'esecutivo e per seminare zizzannia nella maggioranza.
Se fosse un monocolore leghista - spiega chi conosce bene Giorgetti - sarebbe ben felice di restare a Palazzo Chigi. Ma dopo un anno di governo con il M5S il trasferimento a Bruxelles sarebbe un'occasione per allontanarsi dal caos della politica romana (soprattutto per chi rimpiange il vecchio Centrodestra) e per ritrovare nuovi stimoli personali e politici. Anche perché, sussurrano nella Lega, GG potrebbe potenzialmente essere il candidato nel 2022 per il Quirinale e quindi un'esperienza nell'esecutivo comunitario sarebbe un ottimo trampolino di lancio.
Un insieme di fattori e di considerazioni che portano ad affermare che ad oggi il nome di Giorgetti è e resta quello in pole position per la poltrona di commissario Ue. E se davvero lasciasse il ruolo di sottosegretario alla presidenza del Consiglio al suo posto potrebbero andare o la ministra Giulia Bongiorno, o il sottosegretario Guido Guidesi (giorgettiano doc) o Nicola Molteni, sottosegretario all'Interno con Salvini e in Parlamento dal 2006.
E infine una battuta, uscita dalla bocca di un parlamentare lombardo che conosce da più di 20 anni GG: vuoi vedere che alla fine sceglie di andare a Bruxelles perché così è più vicino per andare ad assistere alle partite del suo Southampton? Ironia, certo, ma chi conosce bene il vice-segretario della Lega sa quanto sia importante il tifo per la squadra, a dire il vero un po' sfigata, del sud dell'Inghilterra. E probabilmente è meglio passare il sabato in compagnia della Premier League (30 minuti di volo da Bruxelles a Southampton) che ad occuparsi dell'ennesima bagarre romana...