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Politica
Lega, Giorgetti (non Salvini) il vero capo. Lo insegna la vicenda della Cdp
LaPresse

Sono due le chiavi di lettura che emergono dalla nomina di Fabrizio Palermo ad amministratore delegato della Cassa Depositi e Prestiti. La prima è la sconfitta inequivocabile del ministro dell'Economia Giovanni Tria che, dopo il vertice convocato e subito annullato di giovedì (con velata minaccia di dimissioni), ha dovuto chinare la testa e rinunciare al suo uomo alla Cdp, Dario Scannapieco ex vicepresidente di Bei. Secondo quanto risulta ad Affaritaliani.it, Luigi Di Maio e Giancarlo Giorgetti hanno spiegato senza troppi giri di parole al titolare del dicastero di Via XX Settembre che "quella della Cdp è una nomina politica e quindi la linea è quella dei partiti della maggioranza, M5S e Lega". E non quella del Quirinale e della Bce di Mario Draghi che, invece, spingevano insieme al ministro dell'Economia (tanto che qualcuno parla già del 'partito di Tria' con il Colle e l'istituto di Francoforte) per il nome di Scannapieco. A questo punto, spiegano fonti della maggioranza, "Tria dovrà nel più breve tempo possibile assegnare (finalmente) le deleghe del suo dicastero". Visto che, incredibilmente, viceministri e sottosegretari di Via XX Settembre sono ancora senza deleghe. Cosa che suscita molto malessere sia nei 5 Stelle sia nel Carroccio. Un piccolo contentino per Tria è arrivato con la nomina di Alessandro Rivera a direttore generale del Tesoro, forse - spiegano i benformati - per evitare il ritorno delle voci di dimissioni.

L'altra chiave di lettura che esce da questa vicenda è che il vero leader della Lega, inteso come l'uomo che gestisce in piena autonomia tutte le partite del potere, è Giancarlo Giorgetti. Il segretario Matteo Salvini si conferma invece il frontman bravo in televisione e nelle piazze e che accende la base sui social network. Le prove sono numerose. La prima, la più lampante, è che Salvini non ha nemmeno partecipato al vertice di oggi a Palazzo Chigi che ha sciolto il nodo della Cdp (e ieri affermava candidamente "Vertice sulle nomine? Non sapevo ci fosse". "Non seguo io il dossier". "Non seguo io la cosa, chiedetelo ad altri, su queste cose non posso essere di grande aiuto"). Presenti, infatti, il premier Conte, i ministri Di Maio e Tria e naturalmente Giorgetti.

GG, come nel Carroccio chiamano il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio, ha in mano tutte le partite del potere e rappresenta la continuità tra la nuova Lega salviniana e sovranista e quella di Umberto Bossi (passando per quella di Roberto Maroni). Giorgetti è stato per tantissimi anni presidente della Commissione Bilancio della Camera, con i governi Berlusconi, ed era proprio l'uomo incaricato dal Senatùr di studiare e gestire tutti i dossier economico-finanziari per il Carroccio. Oggi fa la stessa cosa ma da Palazzo Chigi e, ovviamente, con molto più potere. Ma anche per le questioni interne in Via Bellerio, spinose e delicate, GG è la figura chiave. Ai tempi del flop della Credieuronord, la banca padana finita male, fu proprio lui ad occuparsi dei rimborsi ai leghisti delusi e furiosi che avevano creduto nel progetto dell'istituto di credito nordista.

Salvini ha voluto Giorgetti sottosegretario di Conte proprio per svolgere questo compito, certo. Ma è vero anche che viene svolto in piena e totale autonomia. "Ha la delega in bianco del segretario", spiega un leghista di lungo corso. Tanto per intederci, l'ordine del giorno del Consiglio dei Ministri, a meno che non si parli di immigrazione o di tematiche legate al Viminale, viene deciso dal presidente del Consiglio e da GG senza consultare i due vicepremier. Non solo. Come spiegano fonti del Carroccio, se un ministro della Lega o un capogruppo o un presidente di Commissione parlamentare ha un dubbio su come muoversi e Salvini è impegnato con la sua attività di ministro dell'Interno (o sta registrando qualche diretta Facebook) è Giorgetti che detta la linea e che spiega come muoversi, sia a livello governativo sia a livello parlamentare.

Insomma, se è vero che formalmente il segretario della Lega è Salvini, bravissimo a parlare alla pancia del popolo e a raccogliere voti, il vero leader del partito è senza dubbio Giorgetti. Sempre con un occhio alle ultimissime che arrivano dall'Inghilterra sulla campagna acquisti del suo Southampton, visto che la scorsa stagione in Premiership si è salvato all'ultima giornata. "Quest'anno ci serve un miracolo per non retrocedere", scherza sempre GG con gli amici. D'altronde, lo sport è un pallino del vero leader leghista che, non a caso, deciderà quale città italiana correrà per l'assegnazione delle Olimpiadi invernali del 2026.
 

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lega giorgetti salvinicdp nomine governo





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