Lega e M5S, energie rinnovabili della politica italiana
il primo obiettivo è di ringiovanire il Parlamento
L’attuale fase di stallo, dopo il risultato delle elezioni, porta ad alcune semplici osservazioni.
Al momento l’appello del Presidente Sergio Mattarella di un maggiore senso di responsabilità per il bene del paese pare essere stato inascoltato da tutte le forze in campo. I potenziali vincitori ( solo potenziali in quanto non detentori della maggioranza) cercano, a parole, di aprire ad eventuali alleati, senza però cedere di un millimetro sui propri programmi.
Governo 2018. Partiti disponibili solo a parole
Dal canto loro i partiti che hanno potenzialmente perso ( solo potenzialmente perché comunque rappresentano l’ago della bilancia di un eventuale Governo) si arroccano offesi sull’Aventino dichiarandosi, senza se e senza ma, all’opposizione.
Una guerra di trincea, di logoramento, che potrebbe portare ad un risultato inaspettato, un’intesa cioè fra Lega e M5S.
Indipendentemente dai programmi di entrambi, i primi indirizzati verso lo sviluppo i secondi più orientati all’assistenzialismo, si potrebbe dire però che un accordo di questo tipo almeno un risultato lo porterebbe: una vera rivoluzione nel ringiovanimento del panorama politico italiano. Uno scenario attuale che, definire ‘vintage’, potrebbe essere veramente riduttivo.
Inquietante pensare, ad esempio, che uno dei protagonisti della campagna elettorale il Cavaliere Silvio Berlusconi dall’alto dei suoi 80 anni vorrebbe riportare in circolo uomini e amici della sua vecchia guardia come Adriano Galliani, Eugenio Letta o Denis Verdini. Con tutto il rispetto, un terzetto da quasi 250 anni in tre.
Governo 2018. Gli Highlanders della politica italiana.
Nondimeno andando a verificare il numero degli highlanders della politica nostrana si hanno risultati sorprendenti, inimmaginabili in qualsiasi altro paese d’Europa.
Sul podio Pierferdinando Casini, un politicamente superlongevo con le sue 10 legislature, e poi a lato sul podio con 8 legislature un quartetto composto da Emma Bonino, Maurizio Gasparri, Roberto Calderoli e Ignazio La Russa. Sul terzo gradino del podio, con il rispettabile score di 7 legislature, Stefania Prestigiacomo.
Meno male che il voto è riuscito almeno ad escludere un po’ di vecchia guardia come Massimo D’Alema, Fabrizio Cicchitto o Roberto Formigoni.
Accanto a questi ‘campioni’ dello scranno una marea di parlamentari super senior, grandi navigatori della aule di Camera e Senato.
Non sarebbe forse l’ora di una ventata di novità e giovinezza?
Governo 2018. Una richiesta di ringiovanimento
Nel Movimento pentastellato gli eletti al primo incarico sono risultati quasi il 65%, sia alla Camera che al Senato.
E questo trend si avverte pure nella Lega con il 24% di ‘nuovi’ eletti alla Camera e 17% al Senato.
Analoga aria di rinnovamento la si osserva valutando il Parlamento per lista.
Il M5S registra un trend di rinnovamento pari al 73% per la Camera e del 76% al Senato.
E la Lega è ancora più orientata al ringiovanimento con quasi il 90% alla Camera e l’84% al Senato.
Certo l’esperienza conta, l’età non è determinante, ma di sicuro gli italiani hanno chiesto con il voto un cambiamento, un rinnovamento e magari pure un ringiovanimento di tutta la squadra al Governo.
Governo 2018. Lega e M5S garanti di un refresh nella politica
Lega e M5S, insieme, questo ‘refresh’ lo potrebbero garantire.
Nondimeno però dovrebbero essere capaci di fare tesoro di quello che è l’essenza della politica: fare il bene del paese attraverso la capacità di mediazione e collaborazione con le altre forze politiche.
Ne saranno capaci?
In fondo non sono passati nemmeno 10 giorni dal voto. I tedeschi hanno avuto bisogno di sei mesi per una ‘grossa coalizione’.
Prendiamoci pure un semestre ma si mettano le premesse per portare al Governo facce nuove e politici mediamente giovani.
Per le vecchie glorie si organizzi un campionato a parte.