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Politica
Lega, Maroni-Bossi.Stucchi... Ecco chi non sta con Salvini (e chi sì)
SCHIAFFO 5 Matteo Salvini, segretario federale della Lega Nord. Il leader (di fatto) del centrodestra. Quando lo decide Berlusconi. Un tira e molla che dura da sempre quello tra i due politici e che ora sembra aver raggiunto il capolinea. Dopo le ultime dichiarazioni dell’ex premier a favore di un nuovo governo di larghe intese, Salvini ha deciso di tagliare una volta per tutte il cordone ombelicale che li legava. Politicamente e non solo. Già, perché il leghista, noto frequentatore dei salotti tv Mediaset, ha definito di punto in bianco la linea politica di Cologno Monzese come peggiore di quella della Rai. La stessa società di quelle trasmissioni dove soggiorna quotidianamente e che gli hanno dato la polarità di cui oggi gode. Ma si sa: quando finisce un amore inizia l’incoerenza.

La pesante sconfitta di Marine Le Pen al secondo turno delle Presidenziali francesi si è abbattuta sulla Lega nel bel mezzo della campagna politica in vista delle primarie tra i militanti per la scelta del segretario federale e alla vigilia del congresso. In Rete, come dimostrano le immagini allegate al pezzo (vedi sotto), si moltipla l'ironia su Matteo Salvini, bersaglio di chi se la prende con il leader leghista per aver sposato senza se e senza ma la battaglia della numero uno della destra francese.

Ed è proprio il sostegno incondizionato alla Le Pen, al di là del risultato deludente del ballottaggio di domenica scorsa, ad essere sotto accusa. Scontato l'appoggio di Umberto Bossi a Gianni Fava, assessore in Regione Lombardia e candidato alla segreteria federale in contrapposizione a Salvini, a far notizia è il celato sostegno di Roberto Maroni al suo assessore. L'ex ministro dell'Interno non si è schierato ufficialmente, né con dichiarazioni alla stampa né durante i summit in Via Bellerio, ma dalle sue parole e dai post su Facebook - spiegano in Lega - traspare evidente la scelta a favore di Fava.

Una scelta che riporta il movimento alle orgini federaliste e autonomiste. Ed ecco il punto chiave del dibattito interno. Gli avversari di Salvini contestano al segretario uscente il sostegno totale a chi, Marine Le Pen, ha tra i primi punti del suo programma la cancellazione delle Regioni in Francia e l'ulteriore accentramento dei poteri a Parigi. Il tutto mentre il Carroccio si prepara a due fondamentali appuntamenti referendari in autunno in Lombardia e in Veneto che hanno come obettivo proprio l'opposto di ciò che porta avanti il Front National a Parigi, ovvero l'aumento dei poteri e delle risorse finanziarie per le Regioni a discapito della Capitale.

E' questa la contraddizione - dicono alcuni - dell'appoggio incondizionato di Salvini alla Le Pen. "Anche Bossi - spiega un parlamentare vicino a Fava - aveva dichiarato anni fa di essere vicino alla destra francese su sicurezza e immigrazione, rimarcando però nettamente le distanze su centralismo e federalismo. E invece ora il sostegno al FN è stato totale e incondizionato". E da qui sarebbe nata la decisione del Governatore lombardo di schierarsi con Fava. Non a caso Maroni, ufficialmente, si limita a dichiarare: "Sono state presentate e certificate le due candidature di Salvini e Gianni Fava. È un esercizio di democrazia, le primarie dentro la Lega le ho inventate io quindi non può che farmi piacere".

E l'altro Governatore leghista? Formalmente Luca Zaia è un salviniano, ma, spiegano fonti di Via Bellerio, "i veneti stanno con i veneti e sul punto dell'autonomia e del federalismo da Zaia non arriverà alcun cedimento". Quindi una posizione defilata e da 'wait and see'. L'ex ministro Roberto Calderoli, vicepresidente del Senato, si sta comportando da arbitro imparziale della sfida per la segreteria e la sua equidistanza viene apprezzata da tutti.

Ma chi altro sta con l'assessore lombardo? In prima fila sicuramente Gianluca Pini, vicecapogruppo alla Camera e numero uno del Carroccio in Romagna, da sempre molto vicino al Senatùr. Con Fava anche il presidente del Copasir Giacomo Stucchi che sul tema delle ong e dei migranti aveva clamorosamente smentito lo stesso Salvini sul presunto dossier dei Servizi italiani. Con Fava anche l'ex Governatore piemontese Roberto Cota e il deputato vicentino Filippo Busin.

Ma non finisce qui. Secondo quanto risulta ad Affaritaliani.it, il vice-segretario uscente Giancarlo Giorgetti, seppur schierato con Salvini (come ha dichiarato in un'intervista ad Affari), sarebbe pronto a candidarsi al Consiglio Federale (massimo organo politico della Lega) come indipendente e non nel listino del segretario uscente. Una sfumatura che dimostrerebbe come la mente leghista intende mantenere un profilo autonomo, anche se ufficialmente sta con Salvini.

Con il leader uscente senza se e senza ma ci sono sicuramente i due capigruppo in Parlamento, Massimiliano Fedriga (Camera) e Gian Marco Centinaio (Senato), il senatore Raffaele Volpi, il numero uno del movimento in Liguria Edoardo Rixi e il responsabile federale Dipartimento Sicurezza e Immigrazione. l'italo-nigeriano Tony Iwobi.

L'IRONIA DELLA RETE...

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lega salvini





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