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Politica
Lega, Salvini e il progetto per l'Europa. Nomi, obiettivi, numeri e...

Europa dei Popoli - Lega dei Popoli. Sono le parole chiave del progetto di Matteo Salvini in vista delle elezioni europee del 2019. L'obiettivo del leader del Carroccio, annunciato dal palco di Pontida, è quello di far nascere un rassemblement sovranista che punti a cambiare radicalmente la politica dell'Unione europea bloccando le élite delle banche e della finanza e le lobby delle multinazionali. Il modo per farlo è impedire con i numeri che nel prossimo Parlamento Ue il Partito Popolare Europeo il Partito Socialista Europeo abbiano la maggioranza e, di fatto, possano nominare la Commissione e indirizzarne le scelte.

Il piano è ambizioso ma non impossibile. Dal prossimo anno non ci saranno più i britannici, quindi il Pse perde i laburisti Uk, e soprattutto in Francia il sistema elettorale per le Europee è proporzionale e non maggioritario come alle Legislative. Va da sé, quindi, che il Front National di Marine Le Pen potrà conquistare un numero considerevole di seggi (non come nel Parlamento di Parigi). La nuova Lega nazionale, che nei sondaggi ha superato il 30%, sarà poi la locomotiva del cambiamento in Europa. Salvini ha come obiettivo quello di portare a Strasburgo almeno 30 europarlamentari e di fare della delegazione italiana la più numerosa nel nuovo gruppo Europa dei Popoli - Lega dei Popoli.

E in queste diciture sta proprio il senso della svolta. Un'Europa nuova che guardi al popolo, ai suoi diritti, ai suoi bisogni e non alle logiche della finanza e dello spread. Non a caso il segretario leghista ha ricordato che 'grazie' alla Troika il popolo greco è ridotto alla fame. 'Non basta governare a Roma, ora bisogna ribaltare l'Unione europea' è il nuovo leit motiv leghista. E per farlo serve una maggioranza di blocco che impedisca alla Merkel e a Macron di 'il bello e il cattivo tempo'. Gli alleati non mancano a Salvini, dagli austriaci agli olandesi, mentre con i tedeschi di Afd i colloqui sono in corso viste le loro posizioni non sempre in linea con il gruppo FN-Lega all'Europarlamento.

Ma il vero colpaccio del duo Matteo-Marine è quello di portare dalla propria parte i partiti che guidano i Paesi di Visegrad (non solo l'ungherese Orban) e, perché no, la bavarese Csu del ministro dell'Interno tedesco Seehofer. Staccare Orban dal Ppe non sarà facile ma la posizione sui migranti sta rendendo la permanenza degli ungheresi sempre più difficile. Calcoli che vengono fatti in casa Lega danno come obiettivo raggiungibile quota 250 europarlamentari sovranisti. Se così fosse, considerando poi gli altri gruppi come i Verdi, la sinistra-sinistra e i comunisti, Ppe e Pse non avrebbero più la maggioranza a Strasburgo. E, di conseguenza, la nuova Commissione sarà nettamente diversa da quella attuale a guida Juncker.

Tornando in Italia, determinante sarà l'atteggiamento dei 5 Stelle. Ora i grillini sono insieme a Nigel Farage e allo Ukip, che ovviamente non tornerà all'Europarlamento. Quindi Di Maio dovrà decidere se entrare nel blocco sovranista a guida Salvini o cercare una casa altrove. Ormai tramontata l'ipotesi di alleanza con En Marche di Macron dopo le liti furiose tra l'Eliseo e il governo italiano. Anche Fratelli d'Italia, sempre se supurerà lo sbarramento del 4%, dovrà decidere se seguire la Lega. Con il rischio, però, di diventare una piccola costola del Carroccio.

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lega salvini





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