Fondatore e direttore
Angelo Maria Perrino

Lega, Salvini: fuori dall'euro più opportunità che rischi. Ecco il progetto

"Con Berlusconi accordo solo se...". La video-intervista

Lega, Salvini: fuori dall'euro più opportunità che rischi. Ecco il progetto

"Il Pd vuole arrivare al 2018". "Con Berlusconi accordo non a tutti costi". "Zaia premier? Ci siamo sentiti, non ci divideranno". L'euro, le tasse, il Papa, la Lega al Sud, il federalismo e il Milan... Affaritaliani.it ha intervistato il segretario federale della Lega Nord, Matteo Salvini, in margine della colazione in suo onore organizzata a Milano dalla A.M.A.L. (ASSOCIAZIONE MILANESE AMICI DELLA LIRICA).

Il leader del Carroccio, intervistato dal direttore di Affaritaliani.it Angelo Maria Perrino e dal responsabile della sezione politica Alberto Maggi, ha spiegato cosa contiente il pamphlet 'Oltre l'Euro per tornare grandi' (che Affari ha mostrato in anteprima assoluta - clicca qui): "Ci sono tutte le risposte ai dubbi più che legittimi, come ad esempio 'senza l'euro che fine fanno l'inflazione, la pensione, il mutuo, il conto in banca, quanto costa la benzina, quanto vale casa mia'. Insomma, ci sono tutte le risposte ai dubbi pienamente legittimi, confortate dal parere non di uno ma di otto Premi Nobel, ultimo il professor Hart, che certifica che l'euro è stato un errore"


"Rispetto alla morte certa della moneta unica, spieghiamo che tipi di rischi si corrono andando a controllare la moneta anche se le opportunità sono sicuramente maggiori rispetto ai rischi".

Lei ritiene che, come ha affermato Marine Le Pen, si debba uscire anche dalla Nato oltre che dall'euro?
"L'Alleanza Atlantica va rivista perché era nata come alleanza contro il blocco sovietico e adesso ha un senso pagare l'appartenenza alla Nato se è un'alleanza contro il terrorismo e il fanatismo islamico, visto che fortunatamente il blocco sovietico non c'è più. Così come la permanenza nell'Unione europea ha un senso solo se si riscrivono tutti i trattati, dal primo all'ultimo".

Ormai sembra chiaro che Renzi voglia votare a settembre, siete pronti?
"Temo che questi vogliano tirare a campare fino al 2018 e quindi non dobbiamo stare a sentire i loro tempi, le loro beghe, le loro scissioni. Noi già per aprile dobbiamo presentare agli italiani un progetto di Italia e un programma di governo chiaro e comprensibile intorno al quale radunare più gente possibile. E ci stiamo lavorando".

Lei pensa una lista sovranista o a una coalizione con Forza Italia e tutti gli altri?
"L'ultimo dei miei problemi è il nome, il candidato premier, il simbolo. Cerco di allargare il più possibile partendo da alcuni presupposti e cioè che l'Italia torni a controllare moneta, confini, banche, economia, mare, terra e quindi su questi punti il terreno deve essere condiviso".

Ma se Forza Italia è quella di Antonio Tajani che prende i voti della Merkel per essere eletto come fate ad allearvi?
"Vedremo all'interno di Forza Italia che cosa prevarrà. Se prevarrà l'idea del prima gli italiani, con tutto quello che ne consegue, o se prevarrà l'asservimento a certi di poteri forti e di logiche tedesche che non ci servono e che sono dannose".

Che cosa sta preparando per il Sud la Lega? Ce la farà o no?
"Abbiamo fatto nel fine settimana più di trecento gazebo in trecento piazze di tutto il Sud, dalla Puglia alla Campania e da Roma alla Sicilia. Stiamo superando le reciproche diffidenze del passato. Al Sud c'è bisogno di infrastrutture, di proposte sul lavoro, di controllo del territorio, di lotta alla malavita ma fatta in maniera seria e non con i libretti. E ciò che mi piace è che l'idea di autonomia e di autogoverno sta attecchendo anche lì".

Sarà in grado di mitigare la percezione di una Lega del Nord?
"Sì, con i progetti concreti come sulla Legge Fornero, sul Jobs Act, sugli studi di settore, sull'identità dei territori. Anche perché ci sono realtà del Sud che stavano molto meglio prima della colonizzazione piemontese".

Che cosa pensa di Luca Zaia possibile premier?
"L'ho sentito stamattina... A differenza del Pd non abbiamo 18 correnti ma siamo una squadra. Io sono orgoglioso del lavoro di Zaia, di Maroni e dei nostri sindaci. Siamo un gruppo e quindi non riescono a dividerci puntando sui protagonismi di questi o di quello".

E Bossi?
"Continuo ad ascoltarlo con estrema attenzione e poi decido di testa mia".

Si dice che alla fine l'accordo nel Centrodestra lo troverete, anche perché ora c'è la possibilità di vincere...
"Sì però a differenza del passato, che quando abbiam vinto raramente abbiamo fatto quello che ci eravamo preposti di fare, questa volta voglio vincere per poi fare quello che ho promesso. Quando Ghedini (Forza Italia, ndr) in un'intervista mi dice che sarebbe bello coinvolegere anche Alfano, Verdini, Cicchitto... io rispondo assolutamente no. Non voglio l'Arca di Noè".

Al Sud andrete avanti con Noi Con Salvini o potrebbe nascere la Lega dei Popoli (che tra l'altro è un simbolo vostro già depositato)?
"Stiamo lavorando per coinvolgere tutti nello stesso piano. Lega dei Popoli è bello perché tiene insieme le identità e le diversità nell'unità. E quindi è un'idea, una delle tante idee. Non abbiamo ancora scelto e non abbiamo studi grafici. Andiamo avanti e vedremo".

Chi è l'anti-Grillo in Italia?
"Gli italiani, perché Roma dimostra che se dopo la protesta non c'è una proposta di governo non vai da nessuna parte".

E' esclusa un'alleanza con Grillo?
"Sull'euro dice tutto e il contrario di tutto e in Europa ha provato addirittura ad allearsi con il movimento più vicino ai banchieri e alla Merkel. Non solo, in Italia ha depenalizzato il reato di immigrazione clandestina. I 5 Stelle predicano bene ma razzolano molto male".

Che cosa pensa della posizione di Papa Francesco sull'immigrazione?
"Il Papa parla alle anime ma io ho il dovere di gestire vicende molto più terrene. E' chiaro però che quando si lancia il messaggio che in Italia tutti possono sbarcare e immigrare, poi socialmente c'è un problema non indifferente da affrontare".

Se va al governo, indichi un nome della sua squadra...
"Abbiamo trecento sindaci, uno più bravo dell'altro. Abbiamo Zaia e Maroni che sono tra i tre Governatori più amati d'Italia, quindi c'è l'imbarazzo della scelta".

E il Milan ai cinesi?
"A me basta vincere. A me basterebbe tornare a vincere qualcosa".

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