Legge elettorale/ Il Rosatellum bis? Un favore a Grillo. L'analisi

Ricomincia l’anno parlamentare che con quello scolastico è il vero inizio anno e ricomincia il balletto sulla legge elettorale da riformare.

Infatti, come noto, quella attuale è il frutto del rimaneggiamento della Consulta.

Già prima dell’estate c’era stata una falsa partenza ed ora vicino allo scioglimento delle Camera la cosa ha il sapore del “tanto per provarci” perché l’ha detto il Presidente Mattarella.

Fatta questa debita premessa, facciamo finta che l’ulteriore iniziativa sia vera e ragioniamo un po’in termini puramente elettorali.

Il nuovo Rosatellum vede insieme Pd, Ap, Lega e FI e contro Mdp e M5S.

Rispetto al precedente tentativo (fallito) c’è la notevole differenza della contrarietà del M5S.

Ed è qui il punto.

Il M5S è il partito dell’antipolitica più che del populismo e una Santa Alleanza di questo tipo dà la legittima stura all’ “effetto vittima” che il sacerdote partenopeo Di Maio  si appresta a recitare: già pare vederlo gridare stracciandosi i completini  blu alla Macron: “Sono tutti contro di noi!”, “ci vogliono fare fuori!”, il “Palazzo si è coalizzato!”.

Insomma, il rischio è che, al di là della complessa analisi tecnica, sia regalato un vantaggio non indifferente a Grillo.

Nel contempo, pure l’Mdp si oppone, ma lo fa abbastanza scioccamente perché ha innestato la modalità “riflesso automatico” e cioè “faccio l’esatto contrario di quello che fa Renzi”. In questo caso l’effetto sarà proprio l’opposto di quello dei Cinque Stelle e mostrerà, ancora una volta, una sinistra litigiosa ed infantile.