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Politica
Legge elettorale, ok Cassazione al referendum. Stallo maggioranza sulla soglia

Legge elettorale: ok Cassazione a referendum, parola a Consulta

Via libera della Cassazione al referendum sulla legge elettorale. Con un'ordinanza depositata ieri l'Ufficio centrale per il referendum presso la Suprema Corte ha dichiarato "conforme alle norme di legge" la richiesta di referendum sul Rosatellum avanzata da 8 Consigli regionali (Abruzzo, Lombardia, Piemonte, Liguria, Friuli Venezia Giulia, Sardegna, Basilicata e Veneto) per l'"abolizione del metodo proporzionale nell'attribuzione dei seggi in collegi plurinominali nel sistema elettorale della Camera dei deputati e del Senato della Repubblica". La proposta di referendum era stata depositata al 'Palazzaccio' da una delegazione guidata dal leghista Roberto Calderoli il 30 settembre scorso: la Cassazione, in queste settimane, aveva chiesto - e ottenuto - un'integrazione alla formulazione del quesito da parte dei Consigli regionali proponenti. La parola, ora, passa alla Consulta, alla quale spetta il vaglio di ammissibilita' del referendum relativamente ai principi costituzionali. 

Legge elettorale: muro Pd su soglia e Rosatellum, stallo maggioranza

Che alla fine sara' il proporzionale a prevalere ne e' consapevole anche il Pd. Ma i dem non sono disposti a concedere altro. Sulla soglia alta e sul no categorico all'ipotesi di tornare al voto con il Rosatellum bis (tentazione che, secondo i democratici, starebbe prendendo piede tra pentastellati e renziani) il partito del Nazareno non e' disposto a trattare. Il sistema messo sul tavolo di maggioranza e' il doppio turno nazionale, con possibilita' di apparentamento, ma non piace a Italia viva ne' tantomeno ai 5 stelle, mentre Leu non chiude completamente la porta. Dunque, l'unica strada possibile per raggiungere un'intesa e' ragionare su un sistema proporzionale. Assodato questo, il punto nodale e' la soglia di sbarramento, che darebbe al proporzionale un correttivo maggioritario. Soglia che puo' essere nazionale o circoscrizionale. Insomma, la partita e' solo all'inizio, il dossier e' tutt'altro che avviato alla conclusione e il vertice di ieri sera non ha fatto compiere passi in avanti, tanto che diversi partecipanti alla riunione parlano di stallo. E certo non aiutano, viene fatto osservare, le continue tensioni che si registrano nella maggioranza su diversi temi, come la prescrizione (con lo scontro in atto tra Pd e M5s) o la manovra, con i renziani che "alzano continuamente la posta, come se non facessero parte del governo", si sfogano alcuni parlamentari di maggioranza. Da qui il timore che inizia a farsi largo tra i dem, ovvero che in realta' M5s e renziani non abbiano una reale intenzione di modificare la legge elettorale e che l'ipotesi urne anticipate sia tutt'altro che messa da parte. Ad aggiungere confusione sul terreno riforme ci sono anche le diverse posizioni interne al Pd stesso, con gli orlandiani favorevoli a un modello spagnolo (nessuno spiraglio dalla maggioranza del partito) e un'altra fetta di parlamentari che torna a chiedere la convocazione di una Direzione ad hoc per decidere una linea unitaria. 

A preoccupare, inoltre, e' la situazione interna ai 5 stelle, che non aiuta - e' il ragionamento degli alleati - ad avere un quadro chiaro sulle mosse future. I pentastellati, che sono pronti a mettere sul tavolo anche la proposta delle preferenze (su cui i renziani si sono detti disponibili), ufficialmente restano fermi sul proporzionale, non disdegnando un modello simil spagnolo. I dem temono di ritrovarsi in 'minoranza', soli a difendere un sistema con soglie alte e 'congrue' che garantiscano governabilita', siano esse esplicite o implicite (cioe' agendo sull'ampiezza delle circoscrizioni). E non sfugge l'apertura fatta oggi da Matteo salvini sulla disponibilita' a un dialogo su vari modelli, pur di evitare che si approvi una legge proporzionale. "Siamo pronti a discutere di questo e altri modelli, altrettanto utili alla governabilita' del Paese, con tutti, parti momentaneamente al governo comprese", ha detto il segretario leghista commentando il via libera della Cassazione al quesito referendario che mira ad abolire la parte proporzionale del Rosatellum bis. L'iniziativa leghista supera quindi il primo scoglio, ma l'ultima parola spetta alla Consulta, che si esprimera' entro gennaio. E non e' escluso che la decisione della suprema Corte possa essere sfavorevole per i leghisti. Ma il sistema inglese non e' l'unico modello maggioritario su cui la Lega e' disposta a trattare e quindi ben venga un eventuale dialogo con le altre forze su altri modelli. Ad esempio, Giancarlo Giorgetti nei mesi scorsi ha parlato di preferenza per il Mattarellum, mentre non ci sarebbe grande entusiasmo per il doppio turno caro al Pd.

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