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Politica
Luigi Di Maio, chi è: curriculum, rimborsi allo stato e altro

 

Luigi Di Maio è il più furbo dei Cinque Stelle, il più scaltro, il più sorridente ed ha a 30 anni quell’aria di chi ha capito di essere stato miracolato dalla vita ed ora vuole compiere l’opera a tutto tondo, prendendo anche per i fondelli sostenitori e non e soprattutto vuole gustarsi fino in fondo le delizie della mensa a cui si trova.

Per la biografia ed il curriculum  di questo ragazzo troppo presto divenuto vicepresidente della Camera proietattovi dai razzi pupulistici ben sistemati sotto il deretano rimando ad un precedente articolo: https://www.affaritaliani.it/politica/di-maio-chi-di-curriculum-ferisce-di-curriculum-perisce-435252.html per concentrarmi sul nuovo scandalo che lo vede protagonista e cioè i soldi non restituiti di cui però si fa bello come si legge in un articolo di oggi pubblicato su La Stampa: http://www.lastampa.it/2016/10/19/italia/politica/di-maio-restituisco-met-stipendio-ma-i-dati-ufficiali-lo-smentiscono-G3fJ8LqGb7p8zsNl3S9yIO/pagina.html

Di Maio dicevamo è il più furbo dei Cinquestellati e quindi il più pericoloso; anguilloso e oleoso è praticamente imprendibile, piace alle mamme e alle sorelle per quella (finta) aria da bravo ragazzo, sfugge quasi sempre alle trappole mediatiche e non per sgusciare via inosservato a fare i propri comodi ma un paio di volte è stato beccato anche  con le mani nella marmellata.

Ad esempio era a conoscenza della email che dichiarava l’assessora all’ambiente di Roma, la Muraro, indagata, ma per superficialità o per convenienza non se ne curò facendo poi scoppiare il noto caso mediatico che ha coinvolto la sindaca Raggi. Questo gli ha fatto perdere terreno nei confronti del suo rivale naturale (che sta cercando di fargli più o meno silenziosamente le scarpe) Alessandro Di Battista anche lui però parzialmente coinvolto in questa ultima vicenda.

A quanto sembra Di Maio ha detto il falso sui soldi rimborsati allo Stato e cioè ai cittadini: sono molto di meno di quelli che lui afferma. Inoltre non si è potuto esimere da una accurata descrizione dei privilegi a cui ha rinunciato, dall’auto blu, al telepass ed altri bengodi che sono però in contrasto con il “regolamento” dettato da Grillo e quindi non ne aveva il diritto.

Tuttavia, questa volta, elencando i benefits a cui rinuncia è manifesto il tono di rammarico ai limiti della disperazione: che differenza da quando inviperito contro la “casta” lanciava alle stelle veleno allo stato puro urlando contro gli dei della politica e gli impenetrabili (allora) santuari del potere.

Ora che questi marmorei edifici sono stati raggiunti dal ragazzo campano la prospettiva è mutata e all’ira si sostituito il rimpianto per ciò che gli “altri” suoi colleghi hanno e lui, povero scastato, no.

Che triste evoluzione per un impallinatore professionista  della casta perché parafrasando Nenni: “C’è sempre un casto più cast di te che ti castra”…

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