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Politica
Elezioni 2018 candidati 5 Stelle, altri due massoni
Foto La Presse

Altri due candidati massoni tra i 5 Stelle, dopo il caso Vitiello in Campania. Il primo lo ha scovato il sito del Foglio. Si tratta di Piero Landi, il cui nome, cognome e data di nascita corrispondono con quelli registrati negli elenchi del Grande Oriente d'Italia. Landi, nato il 7 aprile 1972, è candidato M5S nel collegio uninominale della Camera a Lucca e originario della Garfagnana e risulta iscritto alla loggia Francesco Burlamacchi, "in sonno" dallo scorso 5 febbraio.

Il secondo è Bruno Azzerboni, candidato all'uninominale in Calabria. "Al momento della sottoscrittura della candidatura Azzerboni e Piero Landi non ci hanno informato, non hanno detto la verità. Per questa ragione non possono stare nel Movimento 5 Stelle e sempre per questo motivo sarà loro chiesto di rinunciare al seggio", afferma il Movimento riservandosi il diritto di "agire nelle opportune sedi al fine di risarcire eventuali danni di immagine".

Landi, "oltre ad essere massone ha mentito perchè non l'ha detto", così avrebbero spiegato i vertici pentastellati. Stessa soluzione adottata per Vitiello e per i parlamentari coinvolti nel caso rimborsopoli.

Se Landi dovesse essere eletto nel suo collegio uninominale, anche se è molto indietro secondo i sondaggi, gli elettori di Lucca e dintorni dovrebbero tornare alle urne.

E intanto, secondo la Adnkronos, la deputata grillina Giulia Sarti si sarebbe recata in queste ore in Questura per denunciare l'ex fidanzato 'reo', stando a quanto sostenuto dalla parlamentare emiliana con lo staff del Movimento, di aver truccato la contabilità sui rimborsi al fondo per le Pmi facendola piombare nel caos della 'rimborsopoli' a 5 Stelle.

Sarti, che ieri non era stata menzionata da Luigi Di Maio nell'elenco dei furbetti ma era stata indicata dalle Iene, avrebbe difeso a spada tratta il suo operato con i vertici, puntando il dito, tra le lacrime, contro l'ex fidanzato, che le avrebbe sottratto circa 20mila euro.

A Montecitorio giravano voci di pressioni dello staff 5 Stelle su di lei: per provare la sua buona fede avrebbe dovuto sporgere denuncia. Ma dai 5 Stelle assicurano che non è stata fatta alcuna richiesta in tal senso, è che si sarebbe recata spontaneamente in Questura.

M5s: Le Iene, 14 i parlamentari coinvolti in 'rimborsopoli'

"Sarebbero 14 i parlamentari 5 stelle che hanno pubblicato dei bonifici che non sono mai arrivati a destinazione nel fondo per il microcredito. Questo il numero che risulta alla fonte de Le Iene e che sveliamo con questo nuovo episodio dell'inchiesta di Filippo Roma e di Marco Occhipinti, e che quindi contraddirebbe quanto detto da Luigi Di Maio". Lo scrivono 'Le iene' sul sito della trasmissione di Mediaset. "Il candidato premier dei 5 stelle, infatti, il giorno dopo l'incontro con la nostra Iena, aveva reso noto l'esito dell'accertamento per verificare quanti parlamentari non fossero in regola con le restituzioni di parte dello stipendio, come vuole la regola del Movimento. Di Maio ha cosi' comunicato che sarebbero otto i parlamentari morosi, con un buco di quasi 800mila euro. Ma secondo la nostra fonte - prosegue il post - sarebbero quasi il doppio. E alcuni di questi parlamentari morosi, ancora senza nome perche' prima vorremmo incontrarli per chiedere conto, avrebbero escogitato un altro giochino originale per trattenere piu' soldi nelle loro tasche. Non si tratterebbe, quindi del solito metodo di annullamento del bonifico appena inviato, che permetteva cosi' di inviare la ricevuta al sito tirendiconto.it e quindi di risultare formalmente in regola, che in tanti hanno praticato". Il post de Le iene continua: "Donazioni volontarie che gli altri partiti non fanno, e che sono diventate un cavallo di battaglia dei 5 stelle. Per questo Luigi Di Maio ha annunciato che i furbetti, chiamati dal leader del M5S in un primo tempo "mele marce", sarebbero stati allontanati. Molti di loro hanno annunciato che rinunceranno al seggio una volta eletti, visto che legalmente non possono rinunciare alla candidatura, ma non c'e' alcun atto formale che possa costringerli poi a farlo. La lista resa nota dallo stesso Di Maio di chi non ha versato comprende otto nomi: Ivan Della Valle (non ha restituito 270 mila euro), Girolamo Pisano (200 mila), Maurizio Buccarella (137 mila), Carlo Martelli (81 mila), Elisa Bulgarelli (43 mila), Andrea Cecconi (28 mila), Silvia Benedetti (23 mila) ed Emanuele Cozzolino (13 mila). Noi avevamo pubblicato una lista piu' ampia, che comprendeva anche Massimiliano Bernini, Barbara Lezzi e Giulia Sarti. Nei prossimi giorni renderemo noti i chiarimenti dei parlamentari che non sono presenti nella lista di Di Mario e che siamo riusciti a incontrare. Secondo la nostra fonte, pero', i parlamentari coinvolti nella mancata restituzione di parte del loro stipendio sarebbero 14, e nei prossimi giorni vi daremo ulteriori aggiornamenti".

"Dopo che lo abbiamo incontrato, il senatore Buccarella si e' autosospeso, annunciandolo su Facebook. Tuttavia a a noi non ha mai risposto - spiega ancora il post de Le Iene - la nostra fonte, un ex attivista del Movimento, dice che Buccarella ha dichiarato di aver fatto 31 bonifici per 138.000 euro, ma di questi "non c'e' un euro sul fondo del microcredito. Penso che abbia annullato tutti questi bonifici dopo aver fatto l'operazione". In un video pubblicato su Facebook, Maurizio Buccarella dichiarava di aver restituito piu' di 245.000 euro, informazione usata per promuoversi alle parlamentarie". E ancora: "Su Barbara Lezzi, l'altra parlamentare incontrata dalla nostra Iena durante un appuntamento elettorale in Puglia insieme a Luigi Di Maio, secondo la nostra fonte "dichiara di aver fatto un versamento di 3500 euro, che non compare nel fondo del microcredito". La senatrice finalmente ci ha contattato ieri, ci ha detto di essere in regola con i bonifici e noi la incontreremo appena possibile. Il candidato premier dei Cinque stelle sembra comunque volerla salvare". "Nel frattempo, pero', Filippo Roma ha provato ad avvicinare anche Beppe Grillo durante un comizio, impresa praticamente impossibile. Il giorno dopo, sul suo blog, il fondatore del Movimento ha detto che i parlamentari non in regola sono affetti da "sindrome compulsiva di donazione retroattiva", e chiude la vicenda dicendo che c'e' rimasto "male". La nostra Iena ha accompagnato il candidato premier M5S Luigi Di Maio alla filiale della banca di Montecitorio per verificare che i suoi conti siano tutti in regola. Filippo Roma conclude: "Di Maio e' perfettamente in regola con le restituzioni". Il candidato premier dei grillini si e' detto rammaricato, perche' alcune persone "per qualche decina di migliaia di euro hanno danneggiato l'immagine del Movimento e fatto perdere un po' di fiducia, che ora recupereremo pubblicando i documenti". Di Maio chiedera' ai parlamentari "furbetti" di rinunciare al seggio e annuncia alla Iena che sicuramente non faranno parte nel gruppo parlamentare del Movimento". "Nei prossimi giorni - annunciano - renderemo noti i chiarimenti dei parlamentari che non sono presenti nella lista di Di Mario e che siamo riusciti a incontrare. Secondo la nostra fonte, pero', i parlamentari coinvolti nella mancata restituzione di parte del loro stipendio sarebbero 14. Nei prossimi giorni vi daremo ulteriori aggiornamenti". 

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5 stelle massone





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