M5S, critiche fondate alle nuove regole
Ma negli altri partiti tutti servi dei capi...
Tanti auguri di buon 2018 ai lettori del nostro quotidiano on line, "sempre sul pezzo", come si dice nelle redazioni e negli studi TV.
Sono state rivolte molte critiche alle nuove regole e agli obblighi, che i dirigenti del M5S imporranno ai nuovi parlamentari. Prima fra tutte, la multa di 100.000 euro, che verrà appioppata ai deputati e ai senatori, che non seguiranno la linea politica del vertice.
È più che opportuno, tuttavia, occorre ammetterlo, introdurre barriere, molto più resistenti, al trasformismo dei parlamentari che, nell'ultima legislatura, hanno stabilito il "record" di ben 526 "salti della quaglia" !
E, soprattutto, nei partiti, che hanno "bocciato" le nuove regole del movimento di Grillo, comandano solo pochi leader, o le decisioni vengono prese dopo lunghi e impegnativi dibattiti ? Io non li ricordo.
E i candidati, come i manager, inviati alla Rai e nelle aziende pubbliche, sono selezionati sulla base dei meriti e della competenza, o valutando il grado di fedeltà ai Capi dei partiti ?
In realtà, anche nei partiti della Seconda Repubblica, prevalgono l'obbedienza e il servilismo, criteri tutt'altro che rottamati.
E aumenteranno le astensioni dal voto, qualora i leader, carismatici o "mosci", continueranno a consultarsi solo con i propri "cerchi, o gigli, magici" e non decideranno di spalancare le porte dei partiti alla discussione, democratica e civile, sulle linee politiche e sui nuovi dirigenti.
Resteranno, pertanto, sterili le recriminazioni sulla scarsa affluenza alle "gabine", di bossiana memoria-che diminuisce la rappresentatività degli eletti-se i primi ad archiviare la democrazia interna continueranno ad essere i capi dei vecchi partiti e dei nuovi movimenti. O no ?